
Sentì suonare alla porta all’una di notte, aprì al carabiniere e firmò il libretto per convalidare la sua presenza nell’appartamento della madre a Belmonte Mezzagno, dove aveva eletto il suo domicilio per la libertà vigilata. I controlli, infatti, andavano avanti da cinque anni, da quando cioè il Tribunale di Sorveglianza aveva imposto al palermitano Salvatore Aldo Ciancimino, 57 anni, di restare a casa dalle 20 alle 7 del mattino. Ma quella volta la solita routine si spezzò perché - cinque minuti dopo la prima visita - il carabiniere sarebbe tornato assieme a un collega per aggredirlo, apparentemente senza alcun motivo: mentre uno lo teneva per il collo, l’altro lo avrebbe preso a pugni sulla testa tanto da provocargli un lieve trauma cranico e la rottura del timpano destro.
Sul Giornale di Sicilia oggi in edicola un servizio di Fabio Geraci

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