Si avvia alla conclusione, dopo sette anni di dibattimento, il processo di primo grado per rissa aggravata e favoreggiamento scaturito dalla morte di Aldo Naro, il giovane medico ucciso la notte del 14 febbraio 2015 nella discoteca Goa di Palermo.
Stamattina il pubblico ministero Claudio Camilleri ha formulato le seguenti richieste di pena: 3 anni per il buttafuori Francesco Troia e per Massimo Barbaro, proprietario della discoteca Goa di Palermo, e 6 mesi per Antonino Basile, avventore del locale.
Per l’accusa, la rissa è scoppiata a causa del furto di alcuni cappellini da cow-boy a cui avrebbe preso parte Basile. Mentre Troia, intervenuto in un secondo momento, avrebbe colpito Aldo Naro all’interno dell’area privè. Il buttafuori è stato riconosciuto da alcuni testimoni e dalle scarpette rifrangenti che indossava. Massimo Barbaro, invece, secondo l’accusa avrebbe taciuto all’autorità giudiziaria la presenza all’interno del suo locale dei buttafuori abusivi dello Zen e avrebbe tentato di sviare le indagini, favorendo l’allora minorenne Andrea Balsano (già condannato in via definitiva per omicidio).
Nella prossima udienza, fissata per il 24 febbraio, è prevista l’arringa difensiva da parte dei legali di parte civile Salvatore e Antonino Falzone che assistono i familiari vittima. Nella stessa udienza discuterà l'avvocato Filippo Sabia, difensore di Antonino Basile.
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