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Allarme bronchioliti in Sicilia, ospedali pediatrici in emergenza: sintomi e chi è a rischio

Il neonatologo dell’ospedale Cervello Mario Tumminello

Boom di ricoverati negli ospedali pediatrici per bronchioliti e altre infezioni che colpiscono l'apparato respiratorio. I reparti pediatrici sono al collasso e i pronto soccorso affollati con bambini che arrivano con insufficienza respiratoria. I più a rischio sono i neonati dai 0 ai 2 mesi che hanno un apparato respiratorio più fragile e delicato. Le cause di quest’esplosione di casi sono riconducibili al periodo post Covid che stiamo vivendo caratterizzato dalla circolazione di virus aggressivi. Così sarà ancora per tutto il mese di gennaio e febbraio. A dirlo è il neonatologo dell’ospedale Cervello Mario Tumminello.

“Le infezioni dei bambini più piccoli, fino ai 3 mesi di vita sono le più difficili da gestire – spiega il medico Tumminello - Oltre ai virus che circolano in questo periodo vi sono anche altri fattori di rischio quali la prematurità del bambino, la condizione di sottopeso o l’esistenza di patologie concomitanti. La gran parte dei bambini fortunatamente risponde alla terapia con alti flussi, ma c’è una quota di soggetti che ha bisogno di un supporto respiratorio più importante, quale la pressione positiva continua o l’intubazione con ventilazione meccanica. Due di questi bambini nel nostro reparto al Cervello sono in queste condizioni”.

L’emergenza bronchiolite ha colpito tutti gli ospedali italiani, compresi quelli siciliani. Al collasso il Policlinico di Messina ma nel capoluogo siciliano le cose non vanno meglio. L’ospedale dei Bambini al Civico e la pediatria del Cervello stanno cercando di disporre il maggior numero di posti letto possibile. “Le terapie neonatali sarebbero più adatte a gestire le bronchioliti perché dotate di termoculla e di tutti gli altri presidi che servono in caso di insufficienza respiratoria - continua il dottor Tumminello -. Nelle terapie intensive, a differenza dei reparti pediatrici possiamo fare isolamento, ma i posti in terapia intensiva sono già saturati dai bambini che nascono prematuri. Nelle terapie di cura si fa riferimento al cortisone e all’aerosol ma da protocollo ciò che dobbiamo dare sono l’assistenza respiratoria e il supporto ventilatorio”.

L'infezione interessa bronchi e bronchioli innescando un processo infiammatorio, aumento della produzione di muco e ostruzione delle vie aeree con possibile comparsa di difficoltà respiratoria. Generalmente inizia con leggera febbre e rinite e infiammazione delle alte vie aeree; successivamente possono comparire tosse insistente, che si aggrava gradualmente, e difficoltà respiratoria, più o meno marcata, caratterizzata da un aumento della frequenza respiratoria. In alcuni casi, può essere necessario il ricovero, specialmente al di sotto dei sei mesi di vita. In bambini così piccoli è spesso presente un calo dei livelli di ossigeno nel sangue e può osservarsi una disidratazione causata dalla difficoltà di alimentazione e dell'aumentata perdita idrica determinata dal lavoro respiratorio.

Alcune semplici norme igieniche possono ridurre il rischio di contrarre la bronchiolite o evitare infezioni correlate che possono peggiorare i sintomi. E’ opportuno cercare sempre di evitare il contatto dei bambini più piccoli con altri bambini o adulti affetti da infezioni delle vie aeree; lavarsi sempre le mani prima e dopo aver accudito il bambino; favorire l'allattamento al seno e fornire una quantità adeguata di liquidi; fare frequenti lavaggi nasali con soluzione fisiologica o ipertonica; non fumare mai in casa, anche in ambienti diversi da quelli dove si trova il bambino.

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