Aumentano le truffe sui conti bancari che ora finiscono nelle mani degli avvocati dei clienti che sperano in un risarcimento. Come il caso, ancora aperto, che riguarda una pensionata titolare di un libretto di risparmio postale, al quale era stata obbligatoriamente associata una carta di prelievo e versamento collegata. La signora l’aveva utilizzato una sola volta e l’aveva poi messa in cassaforte a casa, dove vive da sola. Ad agosto scorso, era andata nel proprio ufficio postale per reinvestire in altro prodotto i 13 mila euro fino a quel momenti depositati in un libretto di risparmio.
Con amara sorpresa, l’operatore le riferiva che il libretto era stato estinto e che il suo saldo era pari a zero.A questo punto, non avendo mai movimentato somme ad eccezione di una sola volta, la pensionata chiedeva spiegazioni e scopriva che erano state compiute a sua insaputa svariate operazioni di prelievo in contanti «svuota conto», mai disposte e mai autorizzate. Era partita la denuncia alla forze dell’ordine ed il reclamo a Poste, che rifiutava il rimborso. A quel punto, si era rivolta allo studio legale di Allessandro Palmigiano, che segue la controversia assieme al collega Mattia Vitale.
La frode on line ha interessato un’altra cliente che aveva tentato di effettuare alcuni bonifici, riuscendo ad eseguirne solo uno. Poi, la disconnessione dal sito della banca e la comparsa di un messaggio che segnalava l’impossibilità di effettuare l’operazione per mancato riconoscimento del dispositivo. Poco dopo la donna aveva ricevuto un sms sul proprio cellulare, proveniente dalla stessa utenza della banca e aveva cliccato sul link indicato: non poteva sospettare che si trattasse di una truffa. Era perfino stata contattata da un fantomatico operatore che si presentava come addetto all’ help desk dell’istituto di credito, che pronunciava il nome ed il cognome della signora e tutti i suoi dati anagrafici, non destando in quel modo alcun tipo di sospetto. Tuttavia, durante il corso della telefonata, le era giunto un sms con un avviso di modifiche del proprio profilo. Solo a quel punto, era sorto un dubbio su quello che stava succedendo e la donna aveva chiamato il numero verde (la propria filiale era già chiusa): un operatore (questa volta vero) la informava dell’addebito di quasi 4.000 euro a favore di un soggetto sconosciuto.
La sicurezza del nostro conto corrente online e dei nostri dati personali può essere messa a repentaglio dai continui e frequenti attacchi, sempre più sofisticati, dei pirati informatici. A incappare invece nella sottile trama di una truffa sulla carta di credito un uomo che ha subito operazioni fraudolente per 1.770 euro. L’11 ottobre scorso aveva riceveva un messaggio che lo allertava su due transazioni sospette: una di 228 euro per acquisti da Harrods a Londra (non andata a buon fine) e una seconda di 1.700 in favore di Flannels.com, regolarmente passata al pagamento. La carta veniva momentaneamente sospesa e poi bloccata dalla vittima del raggiro che ovviamente non aveva mai eseguito quelle spese.
«Abbiamo inviato un reclamo sia alla banca che alla società che gestisce la carta per chiedere il rimborso della somma - spiega Palmigiano - . La cosa interessante è che la banca, per negare qualsiasi responsabilità, si è difesa dicendo che le operazioni erano state autorizzate attraverso un sistema di autenticazione biometrica ( impronte digitali o viso). Ipotesi assolutamente negata dalla vittima che, ovviamente, non avrebbe mai richiesto il blocco della carta».
I casi sono tanti e riguardano soprattutto i grandi gruppi bancari. Nel 2021 l’ABF ha invece integralmente accolto il ricorso di un correntista che era rimasto vittima di phishing, una truffa informatica effettuata inviando un'e-mail con il logo contraffatto di un istituto di credito o di una società di commercio elettronico, in cui si invita il destinatario a fornire dati riservati motivando tale richiesta con ragioni di ordine tecnico. Ma sono solo esempi.
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