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Gli bloccano una pagina, palermitano diffida Facebook e batte il colosso: tutto ripristinato

Da sinistra Alessio Cardinale e Giovanni Di Trapani

Si è arrivati ad una diffida per proteggere i propri interessi. La formale intimazione è stata mandata al colosso Facebook da Giovanni Di Trapani, difensore di Alessio Cardinale, proprietario di un sito di informazione economica e finanziaria. Per sei mesi, a partire da giugno di quest’anno, tutti i post che Cardinale ha pubblicato, circa 400, sono stati puntualmente cancellati, senza preavviso.

Il blocco avveniva con un richiamo considerato generico dal legale ad una «violazione degli standard della community di Facebook relativa allo spam». Eppure, il sito collegato alla pagina è regolarmente funzionante e, secondo quanto afferma l'avvocato Di Trapani, rispetta la netiquette generale del web, in virtù anche di un contratto commerciale stipulato con Facebook Inc, Facebook Ireland Ltd e Facebook Italy s.r.l. Il sito diffonde contenuti di informazione economica e finanziaria.

«I post in questione, che richiamano i più disparati argomenti di finanza ed economia italiana ed europea – spiega l'avvocato Di Trapani - sono stati oggetto di ininterrotta cancellazione, senza distinzione dell’anno di pubblicazione – da quelli del 2020 a quelli più recenti, indifferentemente – e senza fornire la dovuta assistenza e la debita informazione, anche preventiva, su decisioni che sono contrarie alle più elementari norme di diritto privato e commerciale». Oltre 200 infatti le segnalazioni inviate da Alessio Cardinale senza ricevere riscontro.

»Per farci ascoltare – spiega Cardinale - abbiamo deciso di trasmettere a Facebook Italy Srl formale diffida, in italiano e in inglese, a mezzo posta elettronica certificata per intimare di cessare l’atteggiamento inaccettabile, ma abbiamo ottenuto riscontro solo dopo oltre due mesi di attesa, con aggravio del danno subìto nel tempo». Ora la pagina è tornata attiva e gradualmente tutti i post che erano stati cancellati stanno tornando visibili. «Un danno al mio lavoro che andava risarcito – conclude Cardinale – ma non voglio perdere tempo ancora dietro a atti burocratici e ancora meno nei tribunali perché so già che sarebbe una battaglia lunghissima. Sono contento che il problema sia stato risolto, anche se c’è voluta tanta pazienza perché è stato difficilissimo mettersi in contatto con qualcuno».

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