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Bancarotta fraudolenta, nei guai una famiglia di imprenditori originari di Palermo

Il tribunale di Monza

Bancarotta fraudolenta: questa l'accusa contestata ai membri di una famiglia di imprenditori originari di Palermo ma residenti tra Villasanta e Muggiò, a Monza. L’accusa riguarda un buco di oltre venti milioni di euro - scrive Primamonza.it- per la famiglia di Salvatore Quartararo, imprenditore di Villasanta attivo nel ramo del commercio dei rottami ferrosi.
Le contestazioni della Procura di Milano sono rivolte al 76enne nato a Palermo e residente alle porte di Monza, e ai figli Daniele, 38enne di Muggiò, e Antonella, che si è trasferita in Svizzera.
Secondo quanto appreso da Palazzo di giustizia, gli imputati dovrebbero affrontare il processo davanti al gup di Milano Lorenza Pasquinelli, avvalendosi del rito abbreviato.

Secondo l’accusa – rivolta al solo Salvatore, spiega il sito d'informazione monzese – l’imprenditore avrebbe provocato il fallimento della società Ecosteel, nel febbraio 2020, con un passivo accertato in sede fallimentare pari a ben 24 milioni e mezzo di euro, tra mancati pagamenti ai creditori, cumulo di sanzioni e interessi, e tributi che non sarebbero stati versati.
Relativamente alla società Qmetal, invece, la contestazione per il padre e i due figli è di aver distratto dal patrimonio della ditta fallita una somma pari a 124mila euro, e i beni oggetti del contratto di affitto di azienda sottoscritto con la stessa Qmetal  accumulando un debito con l’azienda fallita pari a 600mila euro.

A giugno 2019, il tribunale per le misure di prevenzione milanese aveva operato un ingente sequestro a Salvatore Quartararo. Dal «villone» alle porte di Monza, con la Ferrari in garage, fino a un piccolo impero immobiliare composto da 61 appartamenti in Toscana, in provincia di Grosseto.
Un patrimonio, quello dell’imprenditore che commercia rottami ferrosi in Brianza, ben più consistente dei poco meno di 100mila euro che dichiarava al Fisco. Dopo accurate indagini patrimoniali  i militari della Guardia di Finanza avevano eseguito un sequestro di beni pari a 10 milioni di euro, tra case, quote societarie, disponibilità bancarie.

Si trattava di un provvedimento emesso dal presidente del tribunale misure di prevenzione Fabio Roia, su richiesta del pm Bruna Albertini. L’uomo, negli ultimi 20 anni, era già stato al centro di vicende giudiziarie per reati fiscali.
Negli anni scorsi era  finito nuovamente nei guai. A fronte di redditi ufficiali «modesti», gli investigatori avevano accertato che Quartararo vive in una casa signorile a Villasanta, possiede una residenza estiva a San Vito Lo Capo (Trapani) e gli immobili in Toscana. Scoperti anche movimenti di denaro contante per un milione e 100mila euro versati sui conti di famiglia.

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