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Palermo, troppe richieste e lo scuolabus cambia itinerario: protesta dei genitori

Questa mattina (24 ottobre) una ventina di bambini di Palermo non ha avuto la possibilità di andare a scuola. Si tratta degli alunni dell’istituto comprensivo Vittorio Emanuele III, in via Cesare Terranova.

Un plesso scolastico, nella zona di via Paruta, che accoglie alunni anche dalle zone più periferiche come Altofonte, Villagrazia e limitrofi: per questo motivo, negli anni, l’istituto, si è avvalso della collaborazione dell'Amat - l’azienda partecipata che si occupa del servizio di trasporto pubblico - per consentire alle famiglie e ai genitori, che si ritrovano per motivi di lavoro nell’impossibilità di poter accompagnare i propri figli a scuola, di poter usufruire di un servizio di scuola bus. Un servizio, che, negli anni precedenti, non ha mai creato disservizi alle famiglie. Fino ad oggi.

A segnalare il problema il già presidente di circoscrizione Salvo Adelfio: «Le famiglie si sono ritrovate tagliate fuori da un servizio per cui avevano già pagato - racconta -. È lodevole lo sforzo di voler aiutare quante più famiglie possibile ma la situazione non è stata ben gestita».

Quest’anno, infatti, l’istituto ha provato a garantire lo scuolabus a più famiglie, generando però alcune lamentele: come ogni anno scolastico, l’istituto ha raccolto le adesioni delle famiglie che avrebbero usufruito del servizio fornito da Amat: 32 i posti a disposizione, velocemente andati a ruba. La data cerchiata sul calendario per l’inizio del servizio era il 12 ottobre. Ma, considerato l’elevato numero di richieste arrivate alla scuola da altri genitori, i dirigenti scolastici hanno deciso di posticiparne l’avvio per concordare con l’assessorato comunale alla Pubblica istruzione un ampliamento dei posti a disposizione, facendo salire il numero di richieste ammesse a quota 45 alunni. Apparentemente nessun problema. Non fosse che l’azienda del trasporto pubblico per garantire il trasporto di 45 bambini è stata costretta ad utilizzare un mezzo differente.

Dall’Amat, però, hanno fatto sapere che il bus più grande, necessario al trasporto dei 45 alunni, non ha l’autorizzazione alla sicurezza all’esercizio per il percorso nel quartiere di Villagrazia e Falsomiele.

L’assessorato alla Pubblica istruzione, quindi, ha proposto un itinerario diverso. Che, una volta comunicato dalla scuola, ha mandato su tutte le furie circa la metà delle famiglie iscritte, che si sono ritrovate quasi del tutto tagliate fuori dal nuovo percorso - il bus infatti non passa più da  via Molara, via Altofonte, via Villagrazia, via Valenza e via Falsomiele - e con i problemi, che sembravano risolti, nuovamente sul groppone. Una vicenda sulla quale è intervenuta anche la consigliera comunale. Concetta Amella.

«Apprezziamo lo sforzo della scuola nell’ampliare l’offerta del servizio di scuolabus da  32 a 40 alunni - si legge in una lettera inviata al dirigente scolastico - ma nel contempo siamo profondamente delusi da come abbia gestito il tutto creando disagi ad un gran numero di famiglie che hanno fatto richiesta del servizio di scuola-bus. È noto che la scelta dell’ Istituto Comprensivo Vittorio Emanuele III è subordinata al servizio di accompagnamento degli alunni che vivono nelle zone periferiche della città, fortemente penalizzate dalla totale assenza di servizi primari».

«Le famiglie sono state penalizzate da questa scelta - spiega ancora Adelfio - perché non è stata data la possibilità di poter scegliere un altro Istituto venendo a conoscenza del nuovo itinerario soltanto il 13 ottobre. Ed oggi circa una ventina di bambini non hanno avuto la possibilità di poter andare a scuola. Questa situazione avrà ripercussioni sui piani delle famiglie».

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