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La ragazzina costretta a prostituirsi a Partinico, interrogati dal giudice i sei indagati

Interrogatori di garanzia davanti al gip del tribunale di Palermo per i sei indagati nell’operazione sul giro di prostituzione sgominato nel territorio di Partinico nei giorni scorsi. Le misure cautelari al momento restano confermate per tutti. I legali dei principali indagati (madre e figlia che si prostituivano costringendo anche una minorenne, e i due uomini ai domiciliari) hanno preferito non rilasciare alcuna dichiarazione sull’interrogatorio.
A rispondere alle domande un uomo difeso dall’avvocato Cinzia Pecoraro, che ha avuto la misura dell’obbligo di dimora: «Ha respinto ogni accusa e ha chiarito anche certe intercettazioni, spiegando meglio quale fosse il significato di alcuni dialoghi», dice l’avvocato.
L’altro indagato che ha avuto l’obbligo di dimora, difeso da Antonio Maltese, si è invece avvalso della facoltà di non rispondere. Le accuse a vario titolo sono di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, nonché di atti sessuali con minore.

Le misure sono state eseguite tra le province di Palermo e Agrigento. L’indagine, scattata nell’agosto 2021 e condotta fino al febbraio di quest’anno con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, hanno documentato come una ragazza minorenne fosse stata indotta dalla madre e dalla sorella ad avere rapporti sessuali, a pagamento, con due degli indagati, facendo emergere un giro di prostituzione creato e alimentato proprio dalle due donne. Queste ultime, inoltre, avrebbero avuto l’appoggio di un loro familiare e di coloro che, dopo aver consumato atti sessuali con le donne, si sarebbero adoperati per organizzare incontri e procacciare alle donne ulteriori clienti.

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