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A Palermo una corona d'alloro per il maresciallo Ievolella, ucciso 41 anni fa

La commemorazione del maresciallo Ievolella (dal profilo Facebook del sindaco Lagalla)

Oggi - 10 settembre - ricorre il 41esimo anniversario dell’omicidio del maresciallo dei carabinieri Vito Ievolella. In piazza Principe di Camporeale, a Palermo, è stata deposta una corona d’alloro sulla lapide a lui dedicata, alla presenza del generale di brigata Giuseppe De Liso, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo, di Lucia Assunta Ievolella, figlia del maresciallo, del sindaco Roberto Lagalla e di una rappresentanza di presidi e alunni di istituti scolastici palermitani e dell’associazione nazionale carabinieri.

Il 10 settembre del 1981 alle 20,30 circa, Ievolella, in compagnia della moglie Iolanda a bordo della loro Fiat 128 in via Serradifalco, stava aspettando che la figlia allora 20 enne uscisse dalla scuola guida. All’agguato, parteciparono quattro killer armati di pistole calibro 7,65 e fucili caricati a pallettoni. Nell’assalto la moglie riportò una leggera ferita in volto. Il mezzo usato dai killer fu dato alle fiamme e quindi abbandonato in via Caruso dove fu ritrovato dai carabinieri.

La causa della sua morte va ricercata in un’indagine, svolta nel 1980 e finita con un rapporto «esplosivo» dal titolo «Savoca più quarantaquattro», all’interno del quale erano individuate le gravi responsabilità e i loschi affari di personaggi di spicco della mafia dell’epoca. «Il maresciallo Ievolella era molto noto negli ambienti investigativi dell’arma e tra i magistrati per le sue capacità professionali, per l’impegno investigativo e per la determinazione nel fare luce tanto sul delitto comune quanto su quello mafioso. Il valore e l’impegno nell’attività investigativa gli erano valsi sette encomi solenni e quattordici lettere di apprezzamento del comandante generale dell’arma», afferma una nota.

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