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Palermo, la chiesa di San Domenico con la tomba di Falcone è chiusa per lavori

La chiesa di San Domenico

«Ma quali ferie. La chiesa è chiusa per lavori di manutenzione e pulizia straordinaria e lo avevamo anche fatto sapere in anteprima». Mette a tacere le false voci che girano da qualche giorno padre Sergio Catalano rettore della chiesa di San Domenico di Palermo. Sul portone principale è stato affisso un cartello: «La chiesa di San Domenico resterà chiusa da lunedì 8 a lunedì 22 agosto. Le Sante Messe riprenderanno a partire da domenica 28 agosto 2022».

›Il cartello non parla di ferie - spiega padre Catalano -. È stata una strumentalizzazione gratuita e mi è dispiaciuto vedere che sui social si è scatenato un putiferio. Sono stato chiamato anche dalla Curia per dare spiegazioni. E mi dispiace l’idea di dovermi giustificare. Avevamo avvisato, a fine messa, più volte, che la chiesa sarebbe rimasta chiusa per 15 giorni per permettere agli operai di lavorare. Gli interventi di manutenzione, diventati necessari, sono nel convento al quale si accede dalla navata sinistra. Convento e chiesa dunque sono collegati». Nonostante gli avvisi preventivi, qualcuno ha sparso la voce che i frati domenicani fossero andati in vacanza e molti hanno gridato allo scandalo perché una chiesa, come qualcuno scrive sui social «non può chiudere i battenti perché la fede non va in vacanza. e i fedeli hanno bisogno di spiritualità sempre».

Qualcuno fa notare che «le parrocchie normalmente sono particolarmente attive d'estate per l'accoglienza ai ragazzi, visto che molte famiglie hanno difficoltà di gestione con la chiusura delle scuole: dai grest (gruppi estivi) ai campi estivi e i pellegrinaggi. E poi ci sono i turisti che tra le loro mete più importanti hanno proprio la chiesa di San Domenico». All’interno della chiesa, che si trova infatti nell’omonima piazza, si trovano infatti tombe, lapidi e targhe che commemorano personalità illustri come Giovanni Falcone, il magistrato ucciso nella strage di Capaci. Sulla lapide un epitaffio recita «eroe della lotta alla mafia».

Tra le altre, c’è anche quella di Sebastiano Tusa, archeologo, soprintendente del mare e assessore ai Beni Culturali per la Regione Siciliana, dall'ottobre 2019. La chiesa è visitata anche da tanti appassionati di storia e arte perché accoglie l'Ordine dei frati predicatori fondato nel 1300. Con la grande ristrutturazione effettuata a partire dal Cinquecento il complesso è stato dotato di chiostri, dormitori, refettori, infermeria, magazzini, sagrestie, cappelle, biblioteche, sale per studio. All'interno anche un grande refettorio e una ricchissima libreria. La sala utilizzata come piccola biblioteca dei religiosi costituisce vano di passaggio e varco di accesso al Salone del Cinquecento. «Tanta devozione nei confronti di San Domenico mi commuove - conclude ironicamente padre Catalano - peccato che quando la chiesa è aperta spesso è deserta. Spero di trovare tutta questa gente all’apertura».

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