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Uno dei tre arrestati di Milano: «Nessun legame con la mafia di Palermo»

Il Palazzo di Giustizia di Milano (foto di Daniel Dal Zennaro/Ansa)

Ha negato di aver avuto legami con Cosa Nostra, e con la famiglia Fontana, Arturo Garofalo, una delle tre persone finite ieri in cella per un recentissimo caso di estorsione che si è aggiunto all’ultimo nell’indagine condotta dal Ros, e coordinata dal pm della Dda milanese Alessandra Cerreti. L’inchiesta ipotizza in sostanza l’esistenza sul territorio di Milano di un gruppo criminale di matrice 'ndranghetista collegata ai Mancuso di Limbadi. Prospettazione, quella della nuova cosca degli Aquilano, non accolta dal gip Lidia Castellucci che in una ordinanza di 850 pagine ha rigettato 26 richieste di custodia cautelare in carcere e non ha neanche riconosciuto il reato di narcotraffico.

I tre arrestati - oltre a Garofalo, Luigi Aquilano, il genero del boss Antonio Mancuso, e Christian Cucumazzo, già detenuto a Siracusa, e ritenuto vicino alla Sacra Corona Unita - sono stati interrogati oggi dal giudice, alla presenza del pm, in particolare sull'imputazione con al centro il recupero con metodi illeciti di un credito di 44 mila euro, dietro 'mandatò di Viola Moretti, laureata in legge in Spagna e ora con obbligo di firma, nei confronti dell’ex fidanzato della donna, un buyer nel settore del lusso.

Mentre Aquilano e Cucumazzo si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, Garofalo, al momento a Poggioreale, ha reso dichiarazioni spontanee. L’uomo, difeso dall’avvocato Annamaria Picascia del foro di Napoli, ha raccontato di essere figlio di un poliziotto e di non avere legami con i boss dell’Acquasanta di Palermo. Inoltre ha spiegato di aver conosciuto Aquilano e Fontana per la sua attività di noleggio di automobili. Quanto alla sua relazione con Viola Moretti, ha raccontato che è durata un mese e mezzo e che lei lo ha «usato» per i suoi scopi per poi ammettere, quasi scusandosi con la vittima dell’estorsione, di essersi «comportata male».

La prossima settimana verrà interrogata la Moretti, ma intanto il pm Cerreti presenterà ricorso al Tribunale del Riesame conto il rigetto di tutte le misure cautelari chieste eccetto le tre e l’obbligo di firma accolte dal gip in relazione, in particolare, all’episodio di estorsione denunciato dalla vittima alla fine maggio scorso e andato avanti ancora per almeno un mese.

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