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«Non urlare o ti chiudo la bocca», «Gli ho dato tre gocce»: le voci dalla casa di riposo a Palermo

Un frame dal video diffuso dalla guardia di finanza

Vecchietti malmenati e insultati ma anche sedati e perfino legati per evitare che i dipendenti potessero essere disturbati durante il proprio turno. C’è anche questo nelle intercettazioni dei finanzieri riportate dall'ordinanza dell'operazione Giardino Oscuro, che ha scoperchiato quello che succedeva nella casa di riposo Il Giardino delle Strelizie di viale Lazio, a Palermo, e che ha portato all'emissione di sei misure cautelari. Per il titolare Valerio Alagna, di 36 anni, il gip Cristina Lo Bue ha emesso il divieto per un anno ad esercitare qualsiasi attività imprenditoriale all'interno delle case di riposo, mentre per gli operatori assistenziali Gaetana Montalto, di 49 anni, Maria Lo Iacono di 59, Patrizia La Mattina d  55, Antonina Militello di 42 e Vincenzo Cascino di 54 anni, è scattato il divieto di prestazione di attività professionale per un anno.

Alle 23.02 del 21 novembre del 2021 Gaetana Montalto viene captata mentre parla presumibilmente con una collega, presumibilmente Maria Lo Iacono: al centro della discussione quante gocce erano state somministrate agli ospiti per metterli kappaò: «Alle 21 erano tutti belli già cuiccati, arrisittati, assistimati (sistemati e nel letto a dormire). È stato bellissimo. Mi sono tolta le colazioni, mi sono fatta le mie cose, poi chiddu accuminciò», sottolineando che uno degli assistiti aveva cominciato a lamentarsi. «Lo sgridai, lo girai e gli dissi “Non ti permettere ad urlare più perché ti attacco le mani e ti chiudo la bocca. Non ti permettere di gridare più! E vedi di dormire che è tardi”», aveva continuato Montalto, proseguendo il dialogo con la sua interlocutrice: «Davvero? Ma le tre gocce di Talofen gliele hai date?», «Due mi pare che sono. Si, ma io gliene ho date tre», «Hai fatto bene», si chiude la conversazione a dimostrazione del fatto che la pratica di usare un farmaco per stordire gli anziani era diventata ormai una prassi utilizzata da più dipendenti.

Altro capitolo gravissimo quello delle fasce con le quali i nonnini venivano immobilizzati. Gli episodi descritti sono molteplici, ma in un caso addirittura i finanzieri hanno documentato che una signora era rimasta legata al letto dalle 4.43 del mattino fino a mezzogiorno. «Durante l’intero periodo monitorato durato all'incirca due mesi - si legge nell’ordinanza - è emerso che gli indagati durante il turno facevano ricorso a forme di contenzione fisica, legando gli arti superiori degli anziani con le maniche del pigiama o utilizzando le cinghie per immobilizzarli sul letto o sulla sedia a rotelle, anche a scopo punitivo, ben al di là di quanto consentito».

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