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Palermo, al cimitero di Sant'Orsola l’erba alta blocca la sedia a rotelle: visite vietate a Silvia

Silvia Panzica tra i viali del cimitero

Il diritto di andare ad onorare i defunti e portare un fiore sulla tomba di un familiare è di tutti. O almeno così dovrebbe essere. Ma quando l’area in cui la tomba del defunto è impraticabile e inaccessibile, questo diritto viene meno. Lo sa bene Silvia Panzica che da tempo non riesce a raggiungere la tomba in cui è sepolto il fratello.

Il viale che porta il nome dei Santi Euno e Giuliano, alle spalle della cappella, all’interno del cimitero Sant’Orsola, a Palermo, è letteralmente abbandonato. Erbe alte e incolte impediscono il passaggio. Ancora più difficile lo è per Silvia Panzica che si muove in sedia a rotelle. «Rimango bloccata dentro le buche e non riesco a proseguire se qualcuno non mi aiuta ad uscire dai fossi dove si incastra la mia carrozzina - dice -. E poi tutto intorno è uno scenario che non auguro di vedere a nessuno. Tombe scoperchiate, erbe alte che coprono le sepolture. Non c’è nessun rispetto per i nostri morti. Il sacrario è totalmente abbandonato come se non facesse parte del cimitero».

La zona, priva di manutenzione, si trova all’interno del cimitero privato di Sant’Orsola ma in realtà è di proprietà e gestione della confraternita Santi Euno e Giuliano. «Non riescono a mettersi d’accordo, forse non si interfacciano tra loro - continua Silvia Panzica - sta di fatto che nessuno se ne occupa e noi non possiamo onorare i nostri cari. Non riusciamo ad arrivare alla sepoltura, per via di quei grovigli di cespugli che fanno sembrare il cimitero una giungla ».

A confermare che all’interno del cimitero di Sant’Orsola vi siano antichi sodalizi che garantivano sepoltura ai propri confrati è la stessa direzione della Fondazione Camposanto Santo Spirito. «L'area cimiteriale a cui si riferisce la segnalazione è di una confraternita privata, la quale, da noi già sollecitata, ci ha assicurato che interverrà al più presto. Infatti la manutenzione delle sepolture private spetta ai rispettivi proprietari». L’altezza delle erbe incolte che coprono le sepolture tanto da non leggere più i nomi e i cognomi dei defunti, fa intendere che la manutenzione di quel sacrario non avviene da qualche anno. Dentro le buche ci è finita dentro la sedia a rotelle ma anche altre persone hanno riferito di essere cadute o di esservi rimaste intrappolate e di essersi liberate solo dopo aver chiesto aiuto. Alcune sono grandi come voragini e, coperte dall’erba e dai cespugli, non sono visibili e diventano delle trappole vere e proprie. «Gestita dalla Confraternita - aggiunge la famiglia Panzica - quest’area dovrebbe essere curata, se non quanto il resto del cimitero, anche di più, considerato che di loro competenza c’è solo questa piccola area del camposanto».

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