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Palermo, accanto al teschio c'è uno scheletro intero, oltre a vasetti votivi e porta unguenti

Lo scheletro venuto alla luce a Palermo

Non solo il teschio, ma un intero scheletro, accanto a vasetti votivi e porta unguenti. Gli archeologi sono accorsi in via Colonna Rotta, a Palermo, dove già in precedenza erano stati riportati alla luce reperti ellenici, e anche in questo caso, sembrano della stessa epoca (e non punici come in un primo tempo era stato detto). Siamo nell’alveo dell’antico Papireto, e l’antica Panormos era di frequente sottoposta a saccheggi, anche il generale siracusano Ermocrate la assediò nel 409 avanti Cristo e 500 abitanti vennero trucidati davanti alle antiche mura della città. Ma tutta la zona dell’attuale piazza Indipendenza è un vero colabrodo, un tesoro per gli archeologi.

In questo caso si stava scavando per impiantare il collettore fognario sud-orientale e i lavori procedevano con cautela perché non è la prima volta che sbucano ordigni della seconda guerra e dei bombardamenti del ‘43. Ad un certo punto è affiorato un teschio, i lavori si sono fermati ed è stata subito avvertita la Soprintendenza: pian piano è stato portato alla luce l’intero scheletro, la parte superiore del torace, e alcuni oggetti devozionali che normalmente, nelle antiche sepolture, venivano sistemati accanto alla testa o ai piedi dei defunti. Dai palazzi vicini qualcuno ha scattato le foto e le ha inviate ai giornali, ma dalla Soprintendenza, guidata da Selima Giuliano, non commentano più di tanto, si deve studiare e verificare, anche se è stato subito chiaro che non si trattava di resti umani recenti. Senza contare che poco distanti ci sono le catacombe di via D’Ossuna (di poco posteriori come datazione) che potrebbero proseguire anche oltre la zone finora esplorate.

«Il rinvenimento di uno scheletro apparentemente di età ellenistica rinvenuto nell’area ai piedi di piazza Indipendenza, apre a nuovi interrogativi e offre opportunità di ulteriori ricerche in un’area molto ricca di stratificazioni storiche. I nostri archeologi stanno effettuando approfondimenti e indagini che ci consentiranno una lettura più completa e puntuale del sito e del materiale emerso dallo scavo» spiega l’assessore regionale ai Beni culturali Alberto Samoná, avvertito immediatamente del ritrovamento dello scheletro in cortile Criscione (che con il collettore verrebbe collegata a piazza Principe di Camporeale). Già attorno agli anni Duemila, in piazza Indipendenza (a poca distanza dalla zona dove oggi si sta allestendo il collettore fognario), era venuta alla luce una necropoli.

 

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