Nicolò Maja, il 23enne unico sopravvissuto della strage di Samarate, lotta ancora tra la vita e la morte e adesso il nonno tenta di aiutarlo facendogli ascoltare le voci dei calciatori della squadra per cui tifa. Il ragazzo è stato l'unico a salvarsi dalla furia del padre Alessandro, che mercoledì scorso ha ucciso a martellate la moglie Stefania e la figlia Giulia, di 16 anni e che da una settimana si trova ricoverato in un ospedale di Varese in prognosi riservata.
L'appello del nonno
Il nonno, Giulio, ha deciso di intervenire a "La Vita in diretta", trasmissione su Raidue, lanciando un appello al Palermo Calcio e al Milan, squadre di cui il giovane è tifoso. "Lui è tifosissimo di Milan e Palermo, vorremo chiedere almeno un audio dai giocatori da fare sentire a Nicolò in ospedale per aiutarlo", ha detto l'uomo.
La strage di Samarate
Dagli ultimi accertamenti sembrerebbe che tra la notte di martedì 3 e la mattina di mercoledì 4 maggio, nell'appartamento di via Torino, la prima ad essere stata colpita nel sonno da Alessandro sia stata Stefania, che si trovava nel soggiorno della casa e non avrebbe fatto in tempo ad accorgersi di quanto stava avvenendo. E sarebbe stata colpita non solo con il martello ma anche con un fendente alla gola. Dopo aver ucciso la moglie, l'uomo si sarebbe diretto al piano superiore, dove dormivano i figli e avrebbe prima assalito Giulia che, sempre secondo le indagini, si sarebbe svegliata e avrebbe cercato di difendersi, visto che sono state trovate abrasioni su mani e braccia. Infine, l'uomo ha colpito Nicolò, l’unico sopravvissuto alla strage, con martello e trapano. Il 23enne si è salvato ed è stato sottoposto d’urgenza a un intervento per rimuovere i frammenti di cranio. Le sue condizioni sono ancora molto gravi. Alessandro Maja è stato arrestato e si trova adesso nel carcere di Monza. Non si sa ancora cosa abbia fatto scattare la furia omicida.
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