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Il compleanno di Sabrina e Carmen a Palermo e Napoli: scoprirono di essere gemelle dopo 40 anni

Le due sorelle gemelle Sabrina e Carmen

Insieme fanno 110 anni. E un 110 e lode probabilmente se lo meriterebbero davvero per i colpi di scena che la vita ha riservato loro. È la storia di due gemelle che oggi, giovedì 21 aprile 2022, raggiungono il traguardo dei 55 anni, ma 40 dei quali vissuti ignorandosi, senza che l'una sapesse dell'esistenza dell'altra. Gemelle ma separate da oltre 700 km di distanza e da due adozioni.

Oggi si chiamano Sabrina e Carmen e festeggiano il loro compleanno. Ma 55 anni fa, giorno della loro nascita, erano Maria e Carmela, messe al mondo e lasciate alla Real Casa dell’Annunziata di Napoli, istituto in cui venivano accolti gli orfanelli. Le due gemelle, adottate da due famiglie diverse, hanno condotto vite separate per oltre quarant’anni.

Nel 2008, però, Sabrina, che era stata accolta da una coppia palermitana, decise di cercare la sua madre biologica. Sapeva della sua adozione sin da piccola e aveva avuto una vita felice. La madre adottiva Emilia, era un'insegnante. Il padre, Giuseppe Anastasi, in arte Pino, era un pittore molto noto. Dopo la morte di quelli che ancora oggi considera i suoi veri genitori, Sabrina decise che era giunta l'ora di rintracciare le sue origini. E da un vecchio certificato scoprì che lo stesso giorno, pochi minuti dopo, nella cappella dell'istituto, era stata battezzata un’altra bimba che aveva il suo stesso cognome. Si chiamava Carmela Sila ed era certamente sua sorella gemella.

«Il primo incontro? Fu a febbraio del 2009 - racconta Sabrina Anastasi -. Mia sorella Carmen venne a Palermo accompagnata dal marito e dalla figlia. Fu un momento molto emozionante. Ci abbracciamo e scoppiammo in lacrime. Mi disse: "È come se ti conoscessi da sempre". C'era davvero qualcosa che ci univa, scoprimmo presto di essere telepatiche. Da quel primo incontro iniziò il nostro percorso di crescita insieme. Sapere di avere una sorella a 40 anni non è facile, serve tempo per elaborarlo».

Maria Perna, la mamma biologica di Sabrina e Carmen

La mamma biologica? Sabrina e Carmen riuscirono davvero a trovarla. «Mia sorella fece per prima l'istanza al tribunale di Napoli. Mia madre era ancora in vita, e così come prevede la legge per le donne che hanno partorito in anonimato, fu interpellata perché desse il consenso. Ma lei era molto anziana e poco alfabetizzata. Probabilmente si vergognò e negò la sua identità dicendo che chi l'aveva rintracciata aveva sbagliato persona. Un anno dopo fui io a fare l'istanza, ma lei era ormai deceduta. Non ci fermammo, rintracciammo il resto della famiglia, persone che ci accolsero con amore e affetto».

Dalle parole di Sabrina si intuisce quanto sia difficile per chi è stato adottato da piccolo riuscire ad abbracciare i genitori biologici. Sabrina Anastasi è oggi la referente siciliana  del Comitato nazionale per il diritto alle origini. «Con il comitato abbiamo intrapreso una battaglia: modificare la legge sull'adozione, la 184 del 1983. Quando la madre biologica ha partorito in anonimato al figlio adottivo è vietato fino al conseguimento dei 100 anni di risalire ai genitori biologici. Ma c'è una sentenza della Cassazione a sezioni unite che ha indicato un'altra strada».

Secondo la decisione della Suprema corte, il tribunale di residenza deve attivarsi nella ricerca della mamma biologica se a fare istanza è il figlio non riconosciuto alla nascita con almeno 25 anni di età. «Ma affinché il ricongiungimento vada a buon fine - aggiunge Sabrina Anastasi -, è necessario che la mamma dia il consenso, ovvero revochi l'anonimato dato alla nascita. Attualmente, di fatto, resta un vuoto normativo. La modifica di legge, che attualmente è in discussione in Commissione Giustizia al Senato, è dunque indispensabile».

Nell'attesa di vincere la sua battaglia e quella di altre centinaia di adottati, Sabrina soffia le sue candeline sapendo che a Napoli anche sua sorella fa lo stesso. «Ovviamente oggi ci siamo scambiati gli auguri e diversi messaggi. Anche se lontane ormai siamo sempre vicine».

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