«Non ho seguito la vertenza personalmente, perché spettava a Michele De Palma, all’epoca responsabile per la Fiom-Cgil del settore automotive. Dopo che gli accordi erano stati fatti ho incontrato Ginatta, nel 2015, in un hotel per un caffè». Lo ha spiegato oggi in Tribunale a Torino il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, sentito come testimone nel processo Blutec, l’azienda di automotive che rilevò l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese.
Tra gli imputati figura l’imprenditore Roberto Ginatta per il presunto utilizzo indebito dei finanziamenti statali destinati a trasformare lo stabilimento ex Fca di Termini Imerese. «Essendo il sindacato più rappresentativo, eravamo interessati che questo piano di rilancio venisse realizzato», ha sottolineato Landini. Secondo i pubblici ministeri Francesco Pelosi e Laura Longo, Roberto Ginatta, insieme a Cosimo De Cursi, amministratore delegato di Blutec che ha patteggiato, avrebbe distratto 16 milioni di euro di finanziamenti pubblici, per sostenere il programma di riconversione e riqualificazione del polo industriale di Termini Imerese, un rilancio mai realizzato.
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