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Sesso, studio a Bagheria: la prima volta arriva a 15 anni e in qualche caso a 13

Lo psicologo Giuseppe Fricano

La prima esperienza con il sesso dei ragazzi bagheresi è in linea con la media nazionale: 15-16 anni, con punte di 13 ma anche di 18 anni. È uno dei dati più interessanti che viene fuori dal progetto sull’educazione affettiva, sessualità e di genere. Nei mesi scorsi era stato stilato il protocollo di intesa sottoscritto dal Comune, l’azienda sanitaria provinciale distretto 6 di Bagheria, il liceo scientifico Giuseppe D’Alessandro, il liceo classico Francesco Scaduto, l’Osservatorio dispersione scolastica, l’Università degli studi e la Società italiana di psicologia pediatrica.

Lo psicologo e psicoterapeuta, referente del consultorio familiare, Giuseppe Fricano, ha incontrato nei giorni scorsi studenti e genitori. I dati saranno successivamente elaborati dall’Università. «Il protocollo che abbiamo sottoscritto sta portando avanti dei risultati interessanti - dice Fricano -. Vogliamo capire il rapporto dei giovani con la sessualità e la sfera affettiva. E loro, i ragazzi, ci hanno accolto in maniera straordinaria». Negli incontri i protagonisti vengono invitati a riflettere sulla parola sesso.

«Chiediamo cosa significhi per loro - continua Fricano -. Ognuno si porta dietro paure ancestrali, fin da quando siamo bambini. La parola stessa assume una connotazione importante che deve essere capita. I ragazzi riflettono su questa parola che dovrebbe essere positiva, perché legata al piacere. Ma spesso si denotano reazioni negative. Ci hanno sempre inculcato delle negatività legate a questa parola. Noi invece dobbiamo parlare di sesso ma anche di amore e di affettività. Bisogna sfatare tutte le paure e affrontare il tema con naturalezza. I ragazzi a volte vivono il sesso in maniera sbagliata. Si pensa che si debba fare perché tutti lo fanno, ma non è così».

L’età media del rapporto fra sesso e ragazzi si è abbassata rispetto al passato. «Al consultorio - dice Fricano - arrivano a volte ragazze di 13 anni rimaste incinte. Questo per loro è un trauma. Quando incontriamo questi casi si mette in moto tutto un percorso. A volte la minore non vuole fare sapere ai genitori della gravidanza. Noi cerchiamo di creare un collegamento. A volte le ragazze rimangono da sole».

Sul ruolo della famiglia il dottor Fricano aggiunge: «Le famiglie devono fare attenzione alle fasi della vita che i figli attraversano, come la sessualità». La ricerca molto probabilmente sarà estesa a tutti gli studenti. Il dottor Fricano conclude dicendo: «Nel 1992 abbiamo fatto uno studio con tutti i ragazzi. Vogliamo riproporlo. Speriamo anche nella partecipazione di famiglie, scuola e chiesa. Tutti devono dare un contributo. Noi abbiamo anche incontrato una parte piccola dei genitori. Molti purtroppo disertano questi incontri».

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