«Sì, credo che ora giustizia sia stata fatta». L’avvocato Marzia Fragalà, figlia di Enzo, il penalista ucciso a Palermo, sembra esprimere in pieno la sensazione di tristezza e vuoto che hanno tutti i protagonisti di vicende terribili come la sua. Figli, fratelli, sorelle, padri e madri di vittime uccise dalla violenza della mafia, che per anni combattono per avere la verità. Poi, finiti i processi e le lunghe giornate trascorse in aula a pochi passi dai (presunti) assassini, sembrano svuotati dal dolore che hanno vissuto, giorno per giorno, udienza per udienza.
«È stata una giornata piena di emozioni e di grande tensione - afferma - ma alla fine è arrivata questa sentenza che comunque mette un punto fermo. Certo, manca ancora la Cassazione, ma è stato chiarito tutto quello che doveva essere chiarito. È vero, sono stati assolti due imputati, ma contro di loro non c’erano prove decisive e nel dubbio sono stati scagionati. Ma per il resto la ricostruzione che è stata fatta in cinque anni di processi mi convince in pieno. Affrontarli non è stato facile, è stato molto faticoso per noi tutti. Sono molto stanca».
Ieri la corte di assise di appello presieduta da Angelo Pellino ha confermato le provvisionali per le parti civili: 100 mila euro ciascuno alla moglie e ai figli del penalista. Settantamila euro erano stati riconosciuti alla madre del penalista, nel frattempo deceduta, 25 mila alla Camera penale e al Consiglio dell’Ordine degli avvocati, 10 mila al Consiglio nazionale forense. Il sindaco Orlando ha espresso «vicinanza» ai familiari e agli amici del penalista.
Una sentenza fotocopia rispetto a quella dei giudici di primo grado (quelli della prima sezione della corte di assise, presieduta da Sergio Gulotta) che valutarono come molto attendibili le dichiarazioni di Siragusa. «Siragusa - riprende Marzia Fragalà - ha partecipato all’agguato, mentre l’altro collaboratore, Francesco Chiarello, ripete cose che ha sentito dire. Ma a prescindere da questo non credo che ci sia solo un aspetto di tutta questa vicenda così dolorosa che non sia stato affrontato in aula. Giudici, avvocati e inquirenti hanno preso in considerazione ogni dettaglio, valutato ogni particolare e dunque per questo credo che ci sia stata vera giustizia».
Due processi però senza i veri mandanti. «Ma sono fiduciosa anche per questo, di elementi emersi ce ne sono parecchi, magari bisognerà solo aspettare un po’».
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia