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Giro di green pass falsi, casi in tutta Italia: a novembre coinvolto anche l'attore Pippo Franco

Il giro di green pass falsi scoperti dalla Procura di Termini Imerese e che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati 23 persone, non è certo il primo caso del genere in Italia.

In tutta Italia, negli ultimi mesi, sono decine i casi, più o meno eclatanti, che sono stati scoperti dalle forze dell'ordine.

Dal rapporto su Fake News e Vaccinazione Covid-19 realizzato dalla Fondazione Mesit-Medicina Sociale e Innovazione Tecnologica è emerso che sono sempre più le persone che su Telegram seguono i canali o i gruppi No Vax. Sono una cinquantina i canali o gruppi Telegram contrari al green pass e quasi uno su due (il 45%) si occupa di vendere certificati falsi. Un canale o gruppo su tre, invece, si occupa di organizzare manifestazioni e proteste (29%).

Lo scorso 27 dicembre i carabinieri di Gragnano, grazie all’input proprio della polizia di Termini Imerese, hanno eseguito una perquisizione e hanno trovato carte di identità false, banconote contraffatte, diverse migliaia di euro in contanti di vario taglio, carte di pagamento intestate ad altre persone, un computer e una stampante utilizzata per riprodurre le banconote. Mentre nel computer dell’indagato sono state trovate copie di green pass falsificate. Il giovane aveva a disposizione un conto corrente postale intestato ad una persona inesistente e una sim telefonica intestata ad un extracomunitario.

Il 4 novembre del 2021 a finire in una indagine dei Nas di Roma anche l'attore Pippo Franco e alcuni componenti della sua famiglia. Insieme a loro finirono nell'inchiesta anche due medici e un ex magistrato a riposo.

E alla fine di ottobre furono scoperti pure dei furti di green pass. Alcune chiavi che consentono la generazione della certificazione verde europea sarebbero state sottratte e con quelle sarebbero stati pubblicati e diffusi in rete programmi per creare certificati falsi. Fra gli altri generati c'era anche un pass intestato ad Adolf Hitler, nato l'1 gennaio del 1900: il falso certificato, che ad un controllo con l’app Verifica C1' risultava valido.

Altri casi in estate: il 23 agosto la polizia ha denunciato tre clienti di un ristorante di viale Lazio, a Palermo. Due di loro, di 29 e 21 anni, avevano esibito certificati relativi a tamponi effettuati il 19 agosto; il terzo, 18 anni, ha detto di non avere documenti, ma ha mostrato il certificato di un tampone eseguito nei giorni scorsi. Sui primi due certificati la data era contraffatta. Pochi giorni prima, il 13 agosto, l'allarme della questura di Caltanissetta: circolano, in rete, dei modelli prestampati di autodichiarazione con l'indicazione che non corrisponde alle direttive del ministero della Salute. Dal costante monitoraggio del web, i poliziotti della Digos di Caltanissetta avevano constatato che molte persone lo avrebbero stampato, volendolo utilizzare in sostituzione del certificato rilasciato dal ministero.

E il 3 luglio fu scoperta dal Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della guardia di finanza e della procura di Milano un altro giro di green pass falsi, venduti sul dark web con pacchetti tutto compreso a 100-130 euro, puntando sulla voglia delle persone di tornare a viaggiare e partecipare ad eventi di ogni tipo.

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