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Caro carburante, i camionisti bloccano anche il porto di Palermo. Coldiretti: imprese allo stremo

Blocco dei tir nel porto di Palermo. Una ventina di autotrasportatori ha fermato i mezzi pesanti tir tra due varchi mentre un altro gruppo si è piazzato davanti all’ingresso nella zona del molo Santa Lucia. A presidiare carabinieri, polizia di stato, capitaneria di porto e guardia di finanza. Gli autotrasportatori protestano, come i colleghi a Catania che presidiano il casello di San Gregorio, per il caro carburante. La protesta avrà effetti sulle merci e stazioni di servizio senza carburante. I presidi di protesta si sono triplicati in 3 giorni e non sono più controllabili dalle associazioni sindacali. Secondo giorno di presidio anche  in contrada Grottarossa sulla statale 640 tra Canicattì e Caltanissetta. Si vedono sempre meno camion in marcia tra Canicattì verso Caltanissetta e la piazzola della stazione di servizio ormai è quasi piena di grossi mezzi. Al momento non si registrano episodi di violenza.

Il blocco dei tir sta facendo peggiorare la situazione dell’agricoltura siciliana di ora in ora,  afferma Coldiretti Sicilia. «In questo momento siamo in piena campagna agrumicola - aggiunge Coldiretti - significa che c'è il lavoro di un intero anno di migliaia di persone che sarà buttato non solo perchè è bloccato nell’Isola ma soprattutto perchè stanno fioccando le disdette di ordini che vengono siglati con paesi esteri. Sugli scaffali della grande distribuzione organizzata non ci sarà un agrume siciliano compreso il famoso Limone Interdonato così come gli ortaggi tra cui il pomodoro di Pachino». Bloccando la raccolta e il confezionamento di tutte le produzioni «si ferma l’intero sistema economico: la gente sta a casa. Le proteste vanno fatte con le giuste modalità e il supporto delle istituzioni regionali a chi non mostra certo le regole è davvero un comportamento che dà le spalle a tutto il sistema agricolo siciliano. Non c'è un solo comparto che non stia subendo i contraccolpi di questa situazione. Da quello zootecnico, con latte, formaggi yogurt e animali da vita bloccati, a quello ortofrutticolo fino ai frutti tropicali su cui gli agricoltori hanno investito proprio perchè esportati», conclude Coldiretti Sicilia.

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