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Aprirono documenti scottanti nel carcere Pagliarelli, due impiegati nei guai

Accessi indebiti nel sistema di protocollazione "Calliope" da parte del personale in servizio all'Ufficio Interdistrettuale dell'Esecuzione Penale Esterna di Palermo.  Questa l'accusa rivolta dall'amministrazione a due dipendenti che avrebbero tenuto una condotta inadeguata sotto il profilo disciplinare.   Un'accusa che la Uil Pubblica Amministrazione respinge con forza in una lettera trasmessa al direttore reggente dell'UIEPE di Palermo Anna Internicola e, tra gli altri, anche ai vertici del Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità.  "Si tratta di due iscritti alla UILPA - spiega il segretario generale Alfonso Farruggia - che il sindacato sta supportando, mettendo a loro disposizione anche l'assistenza legale necessaria per difendersi da colpe che sono, tuttavia, oggettivamente inesistenti".
Secondo l'amministrazione, le due unità in servizio all'UIEPE avrebbero effettuato, per motivi avulsi dalle mansioni e dalle competenze, la visualizzazione dei documenti nel sistema di protocollazione Calliope per entrare successivamente in possesso, attraverso il download, dei documenti stessi.  "Ancora più grottesco - aggiunge il segretario generale della UILPA di Palermo - che, a carico di uno dei due dipendenti, sia stato attivato addirittura un procedimento amministrativo di revoca dell'incarico di responsabile di settore per fatti che sono sempre rientrati nelle attività quotidiane svolte e rispetto ai quali, laddove gli organi preposti dovessero individuare delle responsabilità, non potrebbero che essere a carico della dirigenza e non certo del lavoratore".
"Davvero strano, alla luce di questa accusa - prosegue - che più dipendenti, per le stesse motivazioni, siano stati invece coinvolti per l'audizione in contraddittorio a difesa presso l'Ufficio Provvedimenti Disciplinari di Roma". Lo stesso, in sintesi, al quale la direttrice reggente si è rivolta per segnalare il caso. "Una delle due unità  - puntualizza ancora l'esponente sindacale - non è stata neppure formata adeguatamente da parte dell'amministrazione per svolgere l'attività di protocollazione".   "Mai, in tanti anni di attività sindacale - racconta - è accaduto di dovere difendere gli iscritti per casi simili: sorprende che ciò accada in un Ufficio dai compiti così delicati e di rango regionale".
"Ma soprattutto - aggiunge ancora - desta stupore la mancata conoscenza delle cosiddette classifiche di segretezza, ovvero dei livelli di riservatezza che vengono attribuiti a un documento del quale è in possesso una pubblica amministrazione".
Il sindacato, in particolare, insiste sulle quattro classificazioni attribuite soltanto dall'originatore dell'informazione: ovvero, segretissimo, segreto, riservatissimo e riservato.
Un'attribuzione direttamente collegata al danno che la rilevazione non consentita causerebbe se venisse meno la sicurezza.
"Nel caso dei nostri iscritti - precisa -non è stato affatto specificato l'indice di riservatezza dei documenti da loro consultati: quali sarebbero, pertanto, le loro colpe?".
"Solo e soltanto il direttore reggente - si legge nella nota ufficiale - è responsabile, in qualità di datore di lavoro, della concessione delle abilitazioni agli operatori che visionano i documenti e nessuna responsabilità può ricadere su di loro se non si provvede a specificarne l'indice di riservatezza ed eventualmente, a restringerne la visibilità".
 "I dipendenti coinvolti - osserva inoltre il segretario generale - non hanno mai ricevuto un'informativa preventiva in tema di controlli sugli strumenti di lavoro e sulle modalità di effettuazione dei controlli stessi: tutto ciò è fortemente anomalo, in considerazione del fatto che il personale di qualsiasi ufficio dovrebbe sempre essere messo a conoscenza dei limiti previsti nella consultazione dei documenti in possesso dell'amministrazione per la quale presta servizio".
 "Le responsabilità di una conduzione gestionale e organizzativa carente e deficitaria da parte della direzione reggente dell'Ufficio - sottolinea - appaiono evidenti e la UILPA non può certo accettare che esse ricadano sui lavoratori".   "Rimaniamo in attesa di risposte ufficiali sia da parte della direzione dell' UIEPE di Palermo - conclude Alfonso Farruggia - che degli Uffici Dipartimentali ai quali abbiamo inviato la nota sindacale, in attesa di incaricare i legali di preparare la memoria difensiva per i nostri iscritti destinatari dei procedimenti disciplinari".
La sigla preannuncia la richiesta di archiviazione dei provvedimenti.

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