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La 17enne uccisa dal fidanzato a Caccamo, i genitori si costituiscono parte civile

La vittima, Roberta Siragusa

Iana Brancato e Filippo e Dario Siragusa, i genitori e il fratello di Roberta Siragusa, la 17enne assassinata un anno fa a Caccamo, si sono costituiti parte civile all’udienza preliminare in corso davanti al gup del Tribunale di Termini Imerese, Claudio Emanuele Bencivinni. Imputato Pietro Morreale, l’ex fidanzato della vittima, accusato di omicidio volontario e di occultamento di cadavere.

Parti civili al processo anche la nonna della vittima e l'associazione «Insieme per Marianna». Il gup deciderà oggi del rinvio a giudizio del giovane che è detenuto da un anno. A Morreale vengono contestate anche le aggravanti di avere commesso il fatto contro la persona a lui legata da relazione affettiva, la premeditazione e l’avere agito con crudeltà. Gli avvocati che assistono la famiglia della vittima sono Sergio Burgio, Giuseppe Canzone e Giovanni Castronovo. Roberta Siragusa, di appena 17 anni era stata ritrovata senza vita e con delle ustioni sul corpo in un dirupo del Monte San Calogero, a Caccamo, la mattina del 24 gennaio scorso.
Fu proprio l’ex fidanzato a far ritrovare il cadavere ai carabinieri. I due ragazzi avevano passato la serata con degli amici, avevano litigato e si erano poi allontanati. L'indagato ha sostenuto che la lite sarebbe continuata in auto e che Roberta sarebbe scesa, si sarebbe cosparsa di benzina e si sarebbe data fuoco. Versione a cui gli inquirenti non hanno mai creduto.

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