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Palermo, meno scarichi e più natura: ecco cosa prevedono i lavori sul fiume Oreto

Saranno abbattuti sedici edifici di fronte al mare ed eliminati vecchi manufatti vicini alla foce, fra i quali una fabbrica di mattoni. Da sistemare piazza Tumminello e il marciapiede davanti allo Stand Florio

Una ruspa in azione sulla costa di Romagnolo per eliminare una delle discariche che continuamente si formano sul litorale: era il 2016, quando le mascherine si usavano prevalentemente per lavoro

Un tratto di costa che può tornare a vivere, un pezzo di città pronto a fare pace con il mare: il sogno di intere generazioni di Romagnolo e Sant’Erasmo, ma non soltanto dei quartieri che si affacciano su via Messina Marine. C'è anche il litorale orientale di Palermo, infatti, fra i beneficiari di uno dei tre progetti del Comune ammessi a finanziamento dal governo di Roma nell'ambito del cosiddetto piano di «rigenerazione urbana», in particolare quello che riguarda la riqualificazione della foce del fiume Oreto. Obiettivo principale restituire al fiume la sua natura di corso d'acqua, in un contesto ambientale consono.

I tempi del Pnrr

L'intervento, peraltro, potrebbe essere il primo passo per la realizzazione del vecchio progetto del patron della Fiumara d'Arte, Antonio Presti, che, per sollecitare le istituzioni al recupero dell'intera Valle dell'Oreto, tredici anni fa, in un happening tenuto proprio alla foce e alla presenza delle scuole e del camper del Giornale di Sicilia, aveva annunciato la collocazione di opere d'arte sul letto del fiume. Un progetto culturale rimasto nel cassetto, però, mentre questa «rinaturalizzazione», come la chiamano a Palazzo delle Aquile, dovrebbe uscire dal limbo e diventare realtà, ora che da Roma, e precisamente dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), arriveranno i fondi. L'importante, con le risorse provenienti dal Recovery Plan europeo, sarà rispettare i tempi: l’aggiudicazione dei lavori è prevista entro giugno 2023, il completamento entro marzo 2026.

Per scoprire cosa prevede il progetto basta andare sul sito del Comune, che l’aveva già presentato alla Regione nel 2020. In quell’occasione l’amministrazione comunale aveva previsto un piano d’interventi da 13 milioni di euro (poco più per l’esattezza). Aveva chiesto i soldi alla Regione, «a valere sui fondi comunitari - c’è scritto sul sito - del Fondo europeo di sviluppo regionale 2013-2020». I fondi arriveranno invece dal Pnrr e l'importo sarà leggermente inferiore. Il decreto è arrivato dal Dipartimento degli affari interni, di concerto con la Ragioniera generale dello Stato e con il Dipartimento delle opere pubbliche.

Il ritorno alla natura

«Dopo il progetto da 5 milioni approvato definitivamente a giugno 2020, con fondi comunitari della Rete Natura 2000, per la sistemazione del bacino fluviale con interventi più spiccatamente legati alla riqualificazione dell'ambiente acquatico e delle sponde - si legge sul sito - il Comune si attiva quindi per completare la progettazione, con un intervento complesso che riguarda lo sbocco a mare del fiume». Lo sbocco a mare è da intendere in senso lato. «La linea della costa interessata dagli interventi - si legge ancora - andrà dal porticciolo di Sant’Erasmo, a completamento e integrazione del recente intervento di recupero, fino allo Stand Florio». Obiettivo dell’amministrazione, come dichiarato dal sindaco Leoluca Orlando nell’agosto del 2020, «restituire il fiume Oreto il più possibile al suo stato di corso d’acqua naturale, combattendo gli scarichi abusivi e progettando interventi per la tutela e la fruizione sostenibile». Nei piani di Orlando, l’intervento, «unito a quelli per la depurazione delle acque, permette sempre più di guardare al futuro di una Palermo che riscopre il mare e la sua fruizione».

L'eterna discarica

Tutta l'area della foce del fiume, viene ricordato nella relazione di accompagnamento, è stata utilizzata impropriamente come discarica di inerti a partire dal secondo dopoguerra, determinando un consistente avanzamento della linea di costa che solo negli ultimi 20 anni circa è leggermente arretrata per l'azione erosiva del mare. L'area è oggi in gran parte inutilizzata e versa in stato di semi abbandono, anche per la presenza di rifiuti affioranti dal terreno, residui del vecchio utilizzo a discarica, nonché per la presenza di manufatti di tipo industriale ormai abbandonati, fra cui una vecchia fabbrica di mattoni, un deposito di carburanti ed un rimessaggio. L’area presenta inoltre una situazione di rischio, anche se non elevatissimo, di tipo idrogeologico, tipica delle zone limitrofe alla foce dei fiumi. Il progetto si propone quindi di partire proprio dalla rimozione delle principali criticità presenti, quale precondizione per un intervento di rinaturalizzazione.

In sintesi, gli interventi si concretizzeranno con la dismissione dei manufatti precari e di tutti gli edifici in contrasto con il valore naturalistico dell'area, con una serie di interventi di mitigazione del rischio idraulico e di contenimento dell'erosione costiera; la rigenerazione naturalistica del suolo.

Il decoro urbano

A questi si accompagneranno degli interventi di decoro urbano e per il miglioramento della fruibilità dell’area, con la sistemazione di piazza Tumminello e del marciapiede davanti allo Stand Florio. Saranno quindi abbattuti complessivamente 16 edifici di fronte al mare, si procederà poi alla sistemazione e al consolidamento del suolo con la realizzazione di un muro di contenimento paraonde.

Nuova vegetazione

Un successivo intervento, grazie al supporto di una équipe di biologi, geologi, architetti e geotecnici, sarà finalizzato alla rigenerazione del suolo, tramite impianto di nuova vegetazione compatibile con le condizioni geologiche e climatiche del sito.

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