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Palermo, l'inchiesta sui bilanci del Comune: per il ragioniere generale sbagliati i conti dei pm

Paolo Basile, ragioniere generale del Comune di Palermo (foto Fucarini)

Una corposa memoria difensiva e poi una serie di risposte molto tecniche su tutti gli addebiti che gli vengono contestati. Con un concetto di fondo: i numeri dei bilanci del Comune di Palermo erano veri. Quelli della consulenza disposta dalla Procura sono invece sballati. Questo in sintesi il contenuto dell’interrogatorio del ragioniere generale del Comune, Paolo Bohuslav Basile, indagato per i presunti falsi nei bilanci comunali. L’alto burocrate di Palazzo delle Aquile viene considerato forse il personaggio di maggior spessore dell’inchiesta assieme al sindaco Orlando. Ma lui, a differenza del primo cittadino, che ricopre un ruolo prettamente politico, è il massimo esperto sotto l’aspetto finanziario e operativo della macchina comunale, da lui passavano tutti i numeri che finivano nei bilanci.

Ritenuto un super tecnico, su Basile si concentrano i tanti temi dell’inchiesta, ad iniziare dalla consulenza dei due dirigenti del ministero delle Finanze, ordinata dai pm Giulia Beux e Andrea Fusco, ma anche dalle intercettazioni eseguite dalla guardia di finanza. Ore e ore di conversazioni registrate, durante le quali il ragioniere generale avrebbe lasciato intendere che le condizioni economiche del Comune erano molto critiche, sull’orlo del dissesto, come poi in realtà si è verificato negli anni successivi.

Durante l’interrogatorio in Procura (avvenuto alcuni giorni fa, ma di cui si è appreso solo ora), Basile, difeso dall’avvocato Fabrizio Biondo, ha depositato decine di documenti che, a suo dire, smentiscono con decisione la relazione dei due consulenti dell’accusa, secondo i quali i bilanci del Comune si basavano su dati del tutto irreali. O meglio falsi, con il solo scopo di evitare sul filo di lana, già quattro anni fa, le condizioni del crac. Per il ragioniere generale questa relazione ha fornito una realtà del tutto distorta e si basa, questa sì, su cifre non veritiere. Spiegazioni molto precise, così sostiene la difesa, che smentiscono la consulenza e una valanga di carte che dovrebbero supportare le sue dichiarazioni.

Alla fine Basile si è detto disponibile a tornare davanti ai pm, che in questi giorni vaglieranno i documenti appena depositati. Come era prevedibile, gli interrogatori di gran parte degli indagati dell’inchiesta ruotano sempre intorno alla consulenza degli esperti del ministero, il documento alla base dell’accusa. Tutti fino a oggi non solo hanno smentito le conclusioni dei consulenti, ma anzi sostengono che sono del tutto prive di fondamento. Su questa posizione si è attestato anche l’ex assessore al Bilancio Antonino Gentile, difeso dall’avvocato Giuseppe Gerbino, pure lui ascoltato dagli inquirenti. Anche Gentile ha presentato diversi documenti che a suo dire smentiscono integralmente la consulenza, dalle entrate previste ai costi sostenuti dal Comune.

Quale sarà adesso il passo successivo dell’indagine? I pm hanno spedito l’avviso di conclusione degli accertamenti e con il passare dei giorni la situazione è diventata sempre più chiara. Da una parte la relazione che inchioderebbe i vertici del Comune, dall’altra gli indagati che forniscono una versione opposta, documenti alla mano. E così prima di andare al muro contro muro in un eventuale processo, non è escluso che l’accusa o le difese scelgano una terza via. Chiedere cioè una perizia che dovrebbe essere disposta dal giudice per le indagini preliminari sotto forma di incidente probatorio. Si tratterebbe di una nuova relazione chiamata a esaminare il lavoro degli esperti, ma anche i documenti presentati dagli indagati e fornire un nuovo quadro d’insieme prima di arrivare a un eventuale dibattimento. Si vedrà nei prossimi giorni.

 

 

 

 

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