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Morti in corsia nel Ravennate, assolto il primario palermitano Re

L'ospedale di Lugo, in provincia di Ravenna

Non potevano rimuovere quell'infermiera, ma al massimo avrebbero potuto segnalarla agli organi disciplinari: e anche così «non v'è alcuna certezza» che questi «avrebbero poi rimosso la donna».

È in sintesi il nucleo delle motivazioni depositate nei giorni scorsi con le quali la Corte d’Assise di Ravenna il 15 novembre ha assolto, «perché il fatto non sussiste», in apertura di processo, l’allora primario e l'allora caposala dell’ospedale di Lugo, nel Ravennate - il 72enne Giuseppe Re originario di Palermo ma residente a Bologna e la 66enne Cinzia Castellani nata a Copparo (Ferrara) ma residente a Fusignano (Ravenna) - accusati dell’omicidio con dolo eventuale di una paziente.

In particolare i due, come ricordato dal Resto del Carlino, per la Procura avevano ignorato i molti campanelli di allarme che avevano portato al decesso della 78enne Rosa Calderoni a poche ore dal ricovero l’8 aprile 2014. Per gli inquirenti in particolare, l’anziana era stata uccisa con una iniezione di potassio dall’allora infermiera Daniela Poggiali, oggi 49enne. Nelle motivazioni, a firma del presidente della Corte Michele Leoni, si rileva che il processo per omicidio a carico della Poggiali «ha registrato due rinvii da parte della Cassazione e ben tre assoluzioni in appello», l’ultima il 25 ottobre scorso. Un andamento definito «altalenante e disorientante» di fronte al quale - ha precisato il giudice «per onestà intellettuale» - non si poteva pretendere dai due imputati di prevedere eventuali comportamenti della Poggiali «giuridicamente qualificabili come omicidi». Alla luce di ciò, per primario e caposala non è possibile nemmeno ipotizzare «l'omessa denuncia o il favoreggiamento».

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