“Per sette minori abbiamo fatto i nostri ricorsi che il Tribunale valuterà ma ci sono un'altra cinquantina di casi che stiamo approfondendo. Le immagini che abbiamo visto sono gravissime”. Il procuratore dei minorenni di Palermo, Claudia Caramanna, parla dell'iniziativa avviata per allontanare i bambini dello Sperone dalle famiglie coinvolte nell'operazione antidroga Nemesi, scattata il 2 novembre scorso.
Le immagini riprese dalle microspie dei carabinieri nascoste nei modem avevano immortalato attorno al tavolo della cucina in cui si faceva la conta dei soldi pure i figli piccoli, messi a smazzare e contare banconote. Nessuno di loro, al momento, ha lasciato i genitori ma la procedura avviata dalla Procura dei minorenni punta a salvaguardarli da quei contesti.
“Non è la prima volta che si interviene in questo senso ma, sicuramente, non lo si è fatto mai in modo così massiccio. E' un lavoro di rete che coinvolge i servizi sociali, le forze dell'ordine e le scuole per raccogliere tutte le informazioni prima di procedere. Vanno valutati il comportamento concreto e i rischi per il minore. Non può valere l'assioma per cui se un genitore è uno spacciatore o un mafioso, il figlio va immediatamente allontanato. Bisogna conoscere la situazione particolare”.
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