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La parabola dell’ex rosanero Miccoli, dalle folle osannanti al carcere di Rovigo

Fabrizio Miccoli, a sinistra, e l'avvocato Giampiero Orsini

Al carcere di Rovigo, dove si è costituito per la condanna definitiva della Cassazione di tre anni e sei mesi per estorsione aggravata dal metodo mafioso, Fabrizio Miccoli non ha trovato la stessa accoglienza del suo arrivo a Palermo nell’estate del 2007. Quel giorno fuori dall’Hotel Palace non c’era più spazio per i tifosi che pure continuavano ad arrivare per vederlo. E lui dalla finestra salutava la folla. Da quel momento l’amore dei tifosi nei suoi confronti è cresciuto sempre di più e lui stesso lo ha alimentato con gol e giocate da campione.

In sei anni è diventato il giocatore del Palermo che ha realizzato più gol nella storia di 121 anni del club rosanero. Un trascinatore per gli sportivi palermitani, uno che ha impiegato pochissimo tempo a diventare capitano del Palermo e a legare indissolubilmente il proprio nome al migliore periodo della storia sportiva della squadra di calcio rosanero. Lui che con un legamento crociato rotto ha calciato e realizzato il calcio di rigore nella partita decisiva contro la Sampdoria in cui il Palermo si giocava l’accesso in Champions League. Lui che ancora divide i tifosi fra quanti lo volevano in campo dall’inizio nella finale di Coppa Italia persa contro l’Inter pur non essendo al meglio e quanti gli sono comunque grati per lo spezzone che ha giocato. Dal punto di vista sportivo nessuno a Palermo osa mettere in dubbio il suo valore.

È sul resto della sua esperienza palermitana che il discorso cambia del tutto. Anche l’ultimo atto prima di lasciare Palermo lo ha recitato in un albergo: l’Excelsior ormai da qualche tempo nel 2013 era diventata casa sua visto che la sua famiglia si era già trasferita a Lecce. Quel giorno nessun gesto da divo, solo tantissime lacrime che gli bagnavano il viso. Era la sua prima apparizione pubblica dopo le sue parole pesantissime nei confronti della memoria di Giovanni Falcone. Per quello non ha mai smesso di chiedere scusa Fabrizio Miccoli, ma quello era solo una parte messa in evidenza da un’indagine che ha scoperto le relazioni pericolose allacciate con la parte peggiore della città che lo ha amato. Personaggi non certo limpidi e non certo galantuomini che si sono finti suoi amici e lo hanno corteggiato fino a fargli pensare che fosse giusto rivolgersi al figlio di un boss per riscuotere un vecchio credito. Il suo avvocato lo descrive come un uomo distrutto. Si è costituito a Rovigo per tenere lontana la sua famiglia dal clamore. Non deve essere semplice per una star finire dietro le sbarre, ma per molti questo era l’unico epilogo possibile della storia.

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