
In una abitazione di via TS a Partanna Mondello si consumavano kilowatt di energia da un’utenza che per l'Enel non esisteva. Invece quando è scattato il controllo è stato accertato che era stato realizzato un allaccio abusivo alla rete.
Per questo una donna L.F. (le sue iniziali) di 52 anni è finita a processo con l’accusa di furto di energia elettrica e rischiava una condanna a 6 mesi e una multa di 160 euro, come richiesto dal pubblico ministero. Il giudice Marco Petrigni (quinta sezione penale del Tribunale) ha invece assolto la donna «perché il fatto non sussiste».
Il giudice ha ritenuto insufficienti le prove raccolte a carico della donna, difesa dall’avvocato Filippo Sabbia. «Non può ritenersi pacifico – scrive il giudice – né che l’imputata abbia materialmente realizzato l’allaccio abusivo né che abbia utilizzato l’immobile, sottraendo energia all’ente erogatore». Inoltre «è contraddittoria la prova – si legge ancora nella sentenza – in ordine alla presenza di F.L. all’atto dell’accertamento, posto che dalla deposizione del teste, verbalizzante di polizia giudiziaria, che la stessa sarebbe stata presente». La donna non si trovava in casa quando era scattato il controllo, come testimoniato il verificatore dell’Enel, anche lui presente durante i controli. In casa c’era un altro uomo, che non è stato nemmeno imputato in questo procedimento.
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