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Riequilibrio dei conti al Comune di Palermo, caccia ai contribuenti morosi

IL SINDACO LEOLUCA ORLANDO

Non sarà facile, ma il sindaco ci vuole tentare a portare a termine un progetto di riequilibrio dei conti. Anche oggi si terrà una riunione di giunta in cui, inevitabilmente, l'argomento che terrà banco - oltre all'inchiesta che ha scosso Palazzo delle Aquile e vede sotto indagine amministratori e dirigenti per una serie di falsificazioni nei bilanci dal 2017 a seguire – sarà quello di evitare il dissesto dell'ente e progettare una via d'uscita attraverso azioni volte a recuperare risorse. L'impresa è del tutto impervia, scoscesa, di difficile realizzazione. Soprattutto per il fatto che si è quasi alla fine della consiliatura, le elezioni sono alle porte e c'è una montagna di soldi da recuperare: 80 milioni di euro circa in maniera strutturale.
L'altro giorno c'è già stata una prima riunione fra sindaco, assessore al Bilancio e ragioniere generale. Proprio per comprendere quale sia la via da seguire. Leoluca Orlando e gli altri si rendono conto soprattutto di una cosa: nessun piano di riequilibrio presentato alla Corte dei Conti e poi al ministero degli Interni per la valutazione risulterà credibile se non si incide profondamente sulla causa che ha determinato la situazione. E cioè la difficile capacità di esazione delle tasse locali. Basterebbe recuperare, ad esempio, la morosità della Tari che già tre quarti della soluzione sarebbe in tasca. Per questo una delle cose alle quali si sta pensando è di riattivare il regolamento antievasione sospeso dal Consiglio comunale un anno e mezzo fa per fare fronte alla crisi dovuta alla pandemia.

Sul Giornale di Sicilia oggi in edicola un ampio servizio di Giancarlo Macaluso

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