«Bisogna avere sempre rispetto per la magistratura. Un’indagine non è mai un reato, non è mai una condanna, non è mai una sentenza definitiva». Parlando con i giornalisti a margine del convegno di Confindustria a Napoli, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, commenta così l’inchiesta sui bilanci del Comune di Palermo, che vede tra gli indagati anche il sindaco Leoluca Orlando. «Mi auguro che anche lui - sottolinea Musumeci - come tutte le persone coinvolte in indagini, possa presto dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati. Io sono garantista, fa bene la magistratura a indagare, lo faccia a 360 gradi. Sono convinto che abbiamo bisogno di tenere alta l’attenzione soprattutto ora che, con il Pnrr, le organizzazioni criminali potranno tornare ad alzare la testa perché la mafia va dove c'è denaro».
«Dopo aver ricevuto la notifica di chiusura indagini confermo che gli elementi riportati a mio carico sono evidentemente frutto di possibile parziale lettura dei dati di bilancio che esaminati completamente e correttamente dimostrano la oggettiva correttezza e conformità a norma dell’operato del sottoscritto. Nessuna considerazione lo scrivente è in grado di fare in riferimento agli altri soggetti coinvolti nella vicenda». Lo ha dichiarato Gabriele Marchese, ex comandante della polizia municipale di Palermo indagato insieme al sindaco Orlando.
«Prendo atto della volontà di Orlando di farsi interrogare per chiarire la propria estraneità ai fatti contestati, ma preannuncio la costituzione di parte civile se Orlando verrà rinviato a giudizio, in qualità di componente di un consiglio comunale che sarebbe stato ingannato per anni con la falsa rappresentazione dei dati del bilancio in quel sarebbe evidente che in chi si dichiara campione di trasparenza e correttezza avrebbe prevalso la volontà di salvare la poltrona sull'obbligo di trasparenza e lealtà nei confronti del Consiglio Comunale e della città intera». Lo dichiara Fabrizio Ferrandelli consigliere comunale di +Europa.
«Ho incaricato l’avvocato Vincenzo Lo Re di tutelare la mia posizione di persona offesa in un eventuale processo - aggiunge Ferrandelli - Oltre alla responsabilità penale c'è anche una responsabilità politica a cui il sindaco non può sottrarsi. Approvare una mozione di sfiducia sarebbe troppo semplice. Io ritengo che il sindaco debba essere incalzato in consiglio comunale ad iniziare dall’approvazione del nuovo bilancio. Sono contrario alla nomina di un commissario da parte della Regione. Orlando deve amministrare fino alla fine del mandato».
«Sulla vicenda di Orlando il tempo è davvero galantuomo». A dirlo è Vincenzo Figuccia deputato della Lega all’Ars e coordinatore provinciale del partito a Palermo. «Auspichiamo - aggiunge- che il sindaco della città risolva i suoi problemi con la giustizia e se è vero che il sospetto è l’anticamera della verità come lui stesso ha sempre sostenuto già dagli anni 90, ci auguriamo che dimostri la sua estraneità ai fatti. In buona pace di Orlando, quell'antifona che fu scagliata anche su Andreotti che alla fine fu assolto, esige un garantismo che non faremo mancare. Quindi anche per lui un barlume di speranza resta sempre, pur essendo ormai pessimo ed incontrovertibile il bilancio di una città disastrata, quello si che non ammette giustificazione alcuna».
Sull'inchiesta si è espressa anche Viviana Lo Monaco, capogruppo M5S a Palazzo delle Aquile: «Altre ombre si aggiungono alla gestione della cosa pubblica da parte di una Amministrazione comunale che da anni si è dimostrata pessima. Siamo fiduciosi nel lavoro dei magistrati ed aspettiamo l’esito delle indagini prima di trarre ulteriori conclusioni. Da parte nostra, ci sarà sempre l’impegno da gruppo di opposizione responsabile quale siamo, pronto ad offrire contributi per migliorare le condizioni di degrado cui la Giunta di Orlando ci ha tristemente abituato».
«Siamo fiduciosi nei confronti del lavoro degli inquirenti, non entriamo nel merito dell’inchiesta, ma di certo aumentano le nostre preoccupazioni sul futuro di questa città». Cosi Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani commenta l’inchiesta. «Se, cosi come dicono gli inquirenti - dice - il sistema delle entrate false e delle irregolarità sarebbe stato ripetuto dal 2016, non conosciamo allora l’entità delle difficoltà finanziarie dell’amministrazione comunale e questo ci allarma per la sorte dei servizi ai cittadini con i già paventati tagli legati al pre-dissesto, di quella dei tanti lavoratori sia del comune sia delle partecipate e di quella del nostro territorio già in estrema difficoltà economica, che si può definire emergenziale». La Piana conclude: «Non ci interessano, lo diciamo da tempo, le beghe politiche che ancor più scoppieranno attorno a questa vicenda giudiziaria, vogliamo solo il bene di Palermo e dei suoi cittadini che meritano chiarezza sui conti che incideranno tanto negli anni a venire».
«Questa vicenda sul falso in bilancio è molto preoccupante, perché riguarda la già precaria tenuta finanziaria del Comune. Per questo motivo, pur rimanendo garantisti e rispettosi del delicato lavoro della magistratura, il nostro capogruppo Giulio Tantillo stamane ha formalizzato al presidente del consiglio comunale, Totò Orlando, una richiesta di dibattito urgente in Aula». Così Andrea Mineo, coordinatore cittadino di Forza Italia. «Torniamo a ribadire, infine, la linea più volte sostenuta: il sindaco si deve dimettere - ha aggiunto - dai rifiuti alla gestione del cimitero, passando per il trasporto urbano: la sua narrazione della città è crollata di fronte ai fatti, ne prenda atto e si dimetta, non c'è più tempo da perdere», ha concluso Mineo.
«Tutti sono innocenti fino a prova contraria, ma quanto emerge è di una incredibile gravità che un’amministrazione accusata di aver falsato i bilanci degli ultimi anni rimanga in carica col compito di redigere il piano di rientro è inaccettabile». Lo dice Francesco Scarpinato, capo
gruppo di Fratelli d’Italia al comune di Palermo. «Il sindaco Orlando - aggiunge - faccia un passo indietro, la sua visione è sfumata e ha lasciato il posto a un disastro che i palermitani non avrebbero meritato».
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