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Truffa con i Pos: 14 indagati a Palermo, denunciati anche i titolari dei negozi compiacenti

Le carte di credito

Avevano creato false società di autonoleggio e B&B per entrare in possesso di Pos abilitati ad operare sui più importanti circuiti di pagamento per effettuare transazioni fittizie con codici rubati di carte di credito, per lo più estere. Gli indagati avevano addirittura conoscenze specifiche sulle cautele adottate dalle società che davano in gestione Pos, tanto da riuscire ad aggirarne le misure di prevenzione.

La truffa con i Pos è stata scoperta nelle scorse settimane il Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni Sicilia Occidentale, nell’ambito di un’operazione denominata “Easy Merchant for Money”, che ha portato a 14 avvisi di conclusione indagini della Procura di Palermo, nei confronti di cittadini palermitani.

Dalle indagini, è emerso che i codici delle carte di credito rubati venivano reperiti sul dark web ed in alcuni casi venivano stampati in supporti fisici che diventavano un clone della carta originaria. I Pos venivano ottenuti grazie a contratti di affiliazione tra le società che li davano in gestione e le false società di autonoleggio e B&B costituite solo a tale scopo; nella maggior parte dei casi permettevano l’inserimento manuale dei codici e gli indagati chiedevano in concessione questo tipo di Pos, così da poter utilizzare i codici delle carte anche senza supporto fisico, velocizzando i tempi per mettere a segno la truffa.

Gli investigatori spiegano che "per rendere immediato l’incasso delle somme ed evitare che venissero bloccate e recuperate dalle società che davano in gestione Pos, gli indagati utilizzavano dei conti correnti cosiddetti a “monte” dai quali le somme venivano spostate su altri conti correnti o strumenti di pagamento del tipo prepagato cosiddetti a “valle”, attivati in numero consistente, per distrarre le somme, in modo da non “appesantire” il conto corrente cosiddetto a monte e poter dividere velocemente i profitti illeciti".

Dalle indagini è emerso il coinvolgimento di esercizi commerciali regolari, attivi sul territorio del capoluogo siciliano. Infatti le transazioni in frode di centinaia e migliaia di euro effettuate con carte di credito di provenienza estera, su Pos appena attivati, facilmente insospettivano le società che davano in gestione i terminali e immediatamente bloccavano l’operatività.

Gli indagati chiedevano la collaborazione di esercizi commerciali compiacenti, bar, mercerie, parrucchieri, pescherie, pizzerie e negozi di articoli sportivi di Palermo a cui prestavano i Pos che registravano le relative micro operazioni fatte per i reali acquisti dei consumatori. In questo modo i Pos venivano “auto- accreditati” e riconosciuti come affidabili dal sistema di pagamento. In altri casi gli indagati si recavano presso gli stessi esercizi commerciali per “provare” le carte di credito clonate con micro pagamenti. Nel caso in cui la carta di credito clonata risultasse operativa, subito dopo veniva fatta la transazione in frode con importo elevato che andava a finire nel conto del commerciante stesso che provvedeva subito a prelevarne la somma. I titolari degli esercizi commerciali sono stati denunciati.

I soggetti coinvolti hanno ottenuto profitti per oltre 140 mila euro. Alcuni indagati sono stati pure sottoposti ad interrogatorio, ultima attività investigativa a cui seguirà l’udienza davanti al giudice competente del Tribunale di Palermo.

Nel corso delle perquisizioni sono state trovate copie di documenti di identità di cittadini palermitani, a volte del tutto inconsapevoli, che servivano per l’attivazione di strumenti di pagamento, soprattutto carte prepagate, per commettere gli ulteriori reati, a nome quindi di altre persone.

La polizia postale ricorda soprattutto agli utenti del web di "non fornire copia dei propri documenti personali a soggetti, diversi da istituzioni ed enti pubblici, che non possono garantire la propria affidabilità. Per esempio sono tanti i casi di utenti che mandano copia della propria carta di identità per rispondere alle richieste inserite in annunci sul web di finte offerte di lavoro, pubblicati in realtà al solo fine di acquisire copia di un documento di identità che verrà poi utilizzato per scopi illeciti. Allo stesso modo si consiglia di non fornire mai copia del proprio strumento di pagamento, né di comunicare ad alcuno il Pan della carta o i codici di sicurezza ad essa collegati e di comunicare subito al proprio istituto di credito le movimentazioni sospette".

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