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Palermo, un pezzo di Capo Gallo rischia di finire all'asta

Il dicembre saranno venduti al migliore offerente due ettari di terreno. Il prezzo base è di 72.400 euro per un lotto e di 9.000 per l'altro

Capo Gallo

Il mare di Palermo rischia di perdere un altro pezzo di costa, destinato, senza un intervento della Regione e del Comune, a essere privatizzato.

Il prossimo 3 dicembre andranno all’asta, riporta il sito astegiudiziarie.it, «alcuni appezzamenti contigui di terreno siti in Palermo sul versante nord ovest della montagna di Capo Gallo, a circa 600 metri di distanza da punta Barcarello, all’interno della zona A della Riserva Naturale Orientata Capo Gallo». Il prezzo base è di 72.400 euro (offerta minima 54.300 euro) per un lotto e di 9.000 euro per un altro appezzamento di terreno, sul quale sorge un casotto diroccato. In tutto sono circa due ettari di terreno nel versante nord-ovest della montagna, a cui si accede percorrendo un sentiero in salita, denominato Spartivento.

Sul terreno, afferma la relazione degli architetti che accompagna la vendita all’asta dei beni, provenienti da un pignoramento, non è possibile edificare alcunchè, ma per una loro valorizzazione e tutela da eventuali futuri appetiti privati è bene che questi entrino nel possesso dell’ente pubblico. E’ la stessa relazione - ma basterebbe una passeggiata nella riserva - a definire il luogo «non solo di notevole pregio paesaggistico, ma singolare anche per flora, fauna e conformazione geologica nonchè per il patrimonio archeologico che custodisce». «E' importante - spiega leonardo Alagna, dell’Osservatorio diritti scuola, che ha reso nota la vendita - che la Regione eserciti il diritto di prelazione, considerato anche il costo irrisorio» del terreno. «Invito quindi - aggiunge - le associazioni ambientaliste e i cittadini tutti a seguire con attenzione questa vicenda al fine di assicurare questo bene come risorsa pubblica e garantirne la cura e la salvaguardia per le generazioni future».

L’acquisizione pubblica di questo bene assume maggiore rilevanza se si tiene conto che l’accesso da Mondello alla Riserva orientata è privato: bisogna pagare un 'daziò di circa due euro. Così, nel silenzio di Comune e Regione, i privati continuano a fare cassa con il mare di tutti.

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