La seconda sezione della Corte d’Appello ha ridotto le pene a undici dei 15 imputati di un processo per voto di scambio politico mafioso e corruzione elettorale, che si sarebbero verificati in occasione delle consultazioni amministrative del 2012. Il candidato al Consiglio comunale del capoluogo siciliano, Giuseppe Bevilacqua, era il principale imputato, assieme a una serie di familiari, che si sarebbero impegnati per racimolare voti a suo favore.
Condannato in primo grado a 10 anni e 10 mesi, ne ha avuti adesso 3 e 6 mesi: è stato scagionato infatti da alcune contestazioni e in altri casi è scattata la prescrizione. Bevilacqua viene adesso ritenuto colpevole solo di peculato, per avere utilizzato in campagna elettorale le derrate alimentari di un banco di assistenza per i poveri. Scatta la prescrizione anche per tre politici: Antonino Dina, Vincenzo Di Trapani e Francesco Mineo, che in primo grado erano stati condannati a 8 mesi per corruzione elettorale.
Condannata la convivente di Bevilacqua, Anna Brigida Ragusa, che ha avuto tre anni e mezzo, contro i 4 anni e 5 mesi rimediati in tribunale. La madre di Bevilacqua, Pietra Romano, viene assolta dalle accuse di usura, che in primo grado le erano valse la condanna a 4 anni e 3 mesi. I suoceri di Bevilacqua, Salvatore Ragusa e Giuseppa Genna, imputati di ricettazione, hanno avuto un anno e quattro mesi. Stessa pena per la sorella del principale imputato, Teresa Bevilacqua, il cui marito, Domenico Noto, è stato invece assolto. Infine Giusto Chiaracane scende da 4 anni e mezzo a 2 anni. Applicata la prescrizione anche al mafioso Natale Giuseppe Gambino, a Salvatore Cavallaro, Carmelo Carramusa e Onofrio Donzelli.
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