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Palermo, la cantante neomelodica uccisa dal marito: comincia il processo all'aula bunker

La Procura ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per Salvatore Baglione

Piera Napoli, la cantante uccisa

Si è aperto ieri mattina nell’aula bunker dell’Ucciardone il processo per l’omicidio della cantante neomelodica Piera Napoli. Alla sbarra il marito, unico imputato, Salvatore Baglione che subito dopo il delitto confessò tutto e si consegnò alla polizia con il borsone pieno di vestiti, pronto per andare in carcere. Disse di avere ucciso a coltellate la moglie perché accecato dalla gelosia, il loro rapporto era in crisi da tempo.

Le udienze davanti alla prima sezione della Corte di Assise si svolgeranno nella «storica» aula dove si è svolto il maxi processo perché è prevedibile che partecipi un numero rilevante di persone tra avvocati, familiari e componenti di quattro associazioni anti-violenza che hanno chiesto di costituirsi parte civile. Stessa scelta hanno fatto i parenti della vittima, ad iniziare dalle sorelle e dai genitori, nonché i tre figli minori che sono rappresentati da un avvocato. I ragazzini, di 14 e 12 anni, vivono con i nonni paterni dopo la cruenta uccisione della madre avvenuta nell’abitazione di Cruillas in via Vanvitelli.

Il delitto venne commesso il 7 febbraio scorso tra le 10 e le 11 nella casa dove Piera Napoli viveva col marito, nonostante il matrimonio fosse ormai naufragato. L’imputato l'ha aggredita mentre era seduta sul water e questo particolare, spiegano gli inquirenti, ha diminuito la sua possibilità di difesa. Decine di colpi al volto e al tronco, come ha poi messo in luce l'autopsia eseguita dal medico legale.

L’uxoricida era dipendente di una ditta che trasporta carni e aveva portato a casa un coltellaccio da lavoro con il quale ha colpito senza pietà la donna. Un dettaglio che farebbe pensare alla premeditazione, un’aggravante che se fosse confermata costerebbe l’ergastolo all’imputato, difeso dall’avvocato Daniele Lo Piparo.

Il trentasettenne secondo l’accusa ha agito con lucidità: ha colpito fino a quando la donna non si muoveva più, poi si è lavato, si è cambiato, ha preparato una valigia e ha avuto anche il tempo di pubblicare alcuni post su Facebook. Vista la sua confessione e la gran mole di indizi a suo carico, la Procura ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato, saltando dunque l’udienza preliminare. La sua responsabilità appare certa, il processo si gioca tutto sul riconoscimento di aggravanti o attenuanti che possono incidere molto sulla pena. La prossima udienza è prevista il 21 settembre, i giudici scioglieranno la riserva sulle richieste di costituzione di parte civile.

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