Tweet su vaccino e Auschwitz, replica il prof dell'Università di Palermo: "Le opinioni sono affar mio"
Continua la polemica sul tweet del professore dell'università di Palermo, Gandolfo Dominici, in cui il docente posta - a commento di un post del segretario Pd Enrico Letta - la foto del campo di sterminio di Auschwitz e la scritta «Il Vaccino rende liberi» e sotto il commento «Non fa una piega». A rispondere alle accuse, replicando direttamente al rettore dell'Ateneo, Fabrizio Micari, è lo stesso Dominici, che ha scritto una lunga lettera alla redazione del Giornale di Sicilia, puntualizzando le sue posizioni. Ieri Micari aveva subito preso posizione, dissociandosi "a nome dell'Ateneo" da quanto postato dal docente. Oggi il prof di Business Systems si difende, scrivendo di essere sorpreso. «La sorpresa - replica Dominici - è dovuta al fatto che non vedo come ciò che io (seppur in modo provocatorio) possa scrivere sui social (così come sulla stampa o altri media) possa essere affare dell’Ateneo. Se tale mia risposta a Enrico Letta sui social fosse considerata in qualche modo “offensiva” sarebbe affare dell’interessato segretario del PD e non del rettore dell’ateneo di cui faccio parte che non dovrebbe avere alcuna connessione con il mondo politico amministrando una Istituzione del tutto scientifica. In altre parole le mie opinioni (o provocazioni ad esponenti politici) sono soltanto affar mio». La lettera di replica è sempre rivolta al rettore Micari: «Ricordo al rettore che l’art. 21 della Costituzione sancisce che: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.” Non è dunque prevista alcun tipo di “autorizzazione” o “responsabilità” del Rettore di un Ateneo alle opinioni espresse da chi ne fa parte sui social o sui media. Il compito del Rettore è infatti di gestire l’Università non il pensiero politico dei professori universitari!». E poi attacca la Conferenza dei rettori italiani: «Certo dopo la dichiarazione di Ferruccio Resta, Presidente della CRUI, che ha affermato lapidario: “L’Università sta con il Governo” questo non mi stupisce più di tanto. Dovremmo dunque giurare fedeltà al governo per mantenere le cattedre all’Università? Anche questo non dovrebbe ricordarci niente riguardo a quanto avvenne con il Regio Decreto Legge del 28 agosto 1931?». Sul parallelismo vaccino e Auschwitz citato nel tweet, che Micari aveva definito «inopportuno e offensivo», Dominici risponde: «Per motivi anagrafici, ammetto di conoscere (come anche il Rettore Micari) il tristissimo periodo del nazi-fascismo soltanto dai libri di storia (e anche dagli interessantissimi podcast del collega storico Alessandro Barbero firmatario dell’appello contro il “green pass” degli ormai quasi 1000 professori universitari promosso da diversi colleghi e dal sottoscritto) e dalle storie su mio nonno (membro del Partito al fianco di Ugo La Malfa); ma è d’obbligo citare una testimonianza diretta e contemporanea di chi quegli orrori li ha vissuti e che non fatica a trovare analogie odierne con quel periodo storico. Vera Sharav, sopravvisuta all’Olocausto, in una recente video intervista1dichiara: "Il green pass ha un parallelo diretto con l'Olocausto". Dunque se tale parallelismo inquietante del nostro tempo con il preludio all'Olocausto è stato evidenziato da chi ha vissuto quella tragedia e denuncia il pericolo rappresentato dall'utilizzo della medicina come arma, non vedo come possa essere criticabile un tweet con un meme provocatorio a un segretario di partito!»