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Da Ragusa a Rosarno, il blitz di Partinico svela dove cresce l’erba dei clan di mafia

Questione di metodo, affinato da anni di pratica, e di riservatezza perché certi nomi e certe facce erano sempre sotto il monitoraggio degli inquirenti.

Dietro agli investimenti che da Partinico avrebbero permesso di esportare le coltivazioni di cannabis praticamente in tutta la Sicilia ci sono fattori diversi ma le ramificazioni degli indagati erano arrivate lontano dal territorio dei Fardazza, ovvero i Vitale di Partinico.

Un business venuto a galla nel corso dell'operazione antimafia Gordio che ieri ha coinvolto 81 persone.

Una conferma - scrive Vincenzo Giannetto sul Giornale di Sicilia in edicola - che arriva nel corso di una serie di intercettazioni raccolte dagli investigatori.

Il 4 maggio 2018: Michele Vitale, 53 anni, riceve una telefonata alle 8,17 del mattino e a chi lo chiama ammette di «avere i c... gonfi» perché soltanto un paio di giorni prima era stata sequestrata una coltivazione di marijuana a Ragusa.

Un altro messaggio, ricevuto il mese prima, aveva permesso di ac- certare il suo coinvolgimento per l’utilizzo di terreni per la semina di una piantagione a Butera. Il cognato di Vitale, Salvatore Leggio, in rapporti con la famiglia calabrese dei Pesce «raccontava che la mattina i Pesce li avevano avvertiti che a Rosarno avevano notato movimenti sospetti».

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