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Palermo, operazione Cupola 2.0. Il giudice: "Il vertice dei boss ci fu, così i mafiosi si riorganizzavano"

Settimo Mineo

Oltre 4 secoli di carcere in primo grado per gli indagati dell'operazione Cupola 2.0: in tutto 46 condannati e 9 assolti, più un imputato nel frattempo deceduto. Nelle motivazioni della sentenza, il giudice, Rosario Di Gioia, riferendosi al capomafia di Pagliarelli Settimo Mineo, condannato a 16 anni, ritiene, come riporta Leopoldo Gargano in un articolo del Giornale di Sicilia in edicola, che abbia "rivestito, incontestabilmente la carica di capo del mandamento di Pagliarelli, distinguendosi quale soggetto mafioso dotato della maggiore autorevolezza sul territorio".

Al centro dell’inchiesta condotta dai carabinieri e dalla direzione distrettuale antimafia, la famosa riunione della commissione provinciale di Cosa nostra, convocata il 29 maggio 2018 dopo un quarto di secolo, cioè dalla cattura di Totò Riina. Per il giudice il vertice c'è stato davvero. "Summa del rapporto intrattenuto da Mineo con i capi degli altri mandamenti –si legge nelle motivazioni -, è sicuramente rappresentata dalla partecipazione soprattutto alla riunione del 29 maggio 2018, tenuta tra i più importanti capi mandamento della provincia. Tale riunione era stata organizzata allo scopo di ricostituire la commissione provinciale e fornire nuove e indispensabili regole di organizzazione e di comportamento all’interno di Cosa nostra".

Il giudice ha ritenuto provati anche gli incontri con un altro personaggio di spicco del processo, cioè Calogero Lo Piccolo, figlio di Salvatore, capo di San Lorenzo condannato a 27 anni in continuazione con una precedente condanna.

L'articolo completo nell'edizione del Giornale di Sicilia in edicola

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