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Confisca da un milione di euro ad un affiliato della famiglia mafiosa di Villabate

La villa confiscata a Misilmeri

Beni per circa un milione di euro sono stati confiscati dall'ufficio misure di prevenzione della questura di Palermo a Francesco Antonino Fumuso, 54enne. Con lo stesso provvedimento il Tribunale ha anche applicato nei confronti dell'uomo la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno per quattro anni.

Si tratta di una lussuosa villa con piscina e tre appezzamenti di terreno, tutti nel comune di Misilmeri, quattro veicoli e rapporti finanziari.

Fumuso, dopo aver riportato, tra il 1993 ed il 1998, condanne definitive per associazione per delinquere, ricettazione, favoreggiamento personale e per traffico illecito di sostanze stupefacenti, è stato condannato nel 2012 dalla Corte di Appello di Palermo a 12 anni di reclusione per "plurime condotte di procacciamento ad altri ed acquisto di sostanze stupefacenti (del tipo cocaina e hashish) commesse nel 2006 tra Palermo, Milano e Belgrado".

Nel 2013 Fumuso è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Palermo e successivamente condannato ad otto anni di reclusione per il reato di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti in concorso.

Nel 2016, al culmine di una prolungata attività di indagine condotta dalla Squadra Mobile di Palermo, denominata “Tiro Mancino”, è stato nuovamente arrestato, insieme a numerosi altri soggetti, e successivamente condannato nel 2020, con sentenza del Tribunale di Palermo, a sei anni e otto mesi per produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti in concorso.

Fumuso è ritenuto appartenente alla criminalità organizzata mafiosa riconducibile, in particolare, alla famiglia di Villabate; infatti, nel dicembre del 2018, nell’ambito dell’operazione denominata “Cupola 2.0” è stato arrestato in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Palermo per avere, in concorso con numerose altre persone, fatto parte dell’associazione mafiosa “cosa nostra” ed in particolare per aver fatto parte della famiglia di Villabate, alla quale è stato ritualmente affiliato nel 2017, occupandosi costantemente di attività illecite quali estorsioni in danno di imprese ed esercizi commerciali della zona nonché di traffico di sostanze stupefacenti.

Dalle indagini patrimoniali è emersa una rilevante sproporzione economica tra gli acquisti mobiliari ed immobiliari effettuati ed i redditi dichiarati, la cui entità si è rilevata addirittura insufficiente a garantire anche il solo sostentamento familiare.

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