La sezione misure di prevenzione della Corte d’appello di Palermo ha confermato la confisca dei beni di Francesco Paolo Maniscalco, imprenditore condannato per mafia e ritenuto «socialmente pericoloso».
I giudici hanno però ordinato la restituzione di due bar del centro del capoluogo siciliano a una donna, che non è stata ritenuta prestanome del "prevenuto": a Teresa Maria Di Noto (difesa dall’avvocato Giovanni La Bua) torna dunque il pieno possesso e la gestione del bar Trilly di via Giacomo Cusmano e del Gran Cafè San Domenico, che si trova nell’omonima piazza dove c'è la chiesa-pantheon dei palermitani.
Il collegio presieduto da Aldo De Negri ha invece acquisito il patrimonio di Maniscalco, imprenditore nel settore del caffè, costituito dalle società Sicilia e Duci distribuzione snc, Cieffe Group ingrosso Caffè, il bar Intralot, il Caffè Florio di Zaccherone Maria con sede in via Quattro Coronati.
Un primo sequestro di beni era stato deciso nel 2016 ed era stato confermato nel 2018. Ora la sezione misure di prevenzione ha giudicato Maniscalco socialmente pericoloso per la sua «totale indifferenza» dopo i primi sequestri e «le pregresse esperienze giudiziarie e detentive». AGI
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