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L'omicidio di Piera Napoli, il marito: "Ho scoperto che mi tradiva, ho preso un coltello e l'ho uccisa"

Piera Napoli e Salvatore Baglione

Un terribile omicidio, efferato come ha detto il pm. E a raccontare come ha ucciso Piera Napoli, 32enne cantante neomelodica di Palermo, è stato lo stesso marito, che ieri ha confessato il suo brutale gesto.

"Mi ero accorto che la sera prima mia moglie mandava messaggi a qualcuno. Lei mi ha confermato che stava chattando con il suo amante. A questo punto le ho chiesto di lasciarlo e di tornare insieme. Ma lei mi ha detto che non mi amava più che mi voleva lasciare. E poi mi ha insultato. A qual punto ho preso un coltello che avevo portato dal lavoro e custodito nel pensile della cucina e ho colpito mia moglie mentre era seduta nel water". Lo ha messo a verbale, interrogato dal pm Federica Paiola e dal capitano dei carabinieri Simone Calabrò, Salvatore Baglione, 37 anni, accusato di aver ucciso ieri a Palermo la moglie cantante neomelodica Piera Napoli, 32 anni.

La coppia era sposata da 14 anni. Ha tre figli uno di 14 e due gemelli di 11 anni. Secondo il racconto dell’indagato da quattro mesi lui e la donna litigavano. "Due settimane fa è arrivata la polizia - ha raccontato Baglione difeso dall’avvocato Daniele Lo Piparo - Mia moglie non mi voleva fare entrare. Sono andato via da casa e ho dormito in macchina tre giorni". Secondo la deposizione dell’uomo i due non dormivano più nello stesso letto.

La vittima dormiva con il figlio di 14 anni e lui in una stanzetta. Ieri mattina in casa c'era il figlio di 14 anni che dormiva nella camera matrimoniale. Uno dei figli gemelli era dai nonni da alcuni giorni. L’altro giocava fuori con alcuni amici. Baglione ha cercato nuovamente ieri mattina di ricomporre il matrimonio. Poi il raptus omicida. "Ho coperto il corpo di mia moglie per non farlo vedere ai miei figli e ho svegliato mio figlio di 14 anni e l’ho accompagnato in casa dei nonni - ha detto agli inquirenti - Poi sono tornato a prendere l’altro figlio che stava giocando fuori che non avevo trovato. Ai bambini ho detto che la madre era uscita".

"Davanti ai miei figli non ho detto nulla ai miei - ha continuato Baglione - Non ho chiamato il 118 subito dopo l’accoltellamento perché non capivo più niente e avevo la testa solo a portare via i miei figli e a non fargli vedere niente. Appena finito di accoltellarla ho visto che lei non si muoveva ed era per terra, quindi sono uscito dal bagno passando dalla cucina e sono uscito nel locale lavanderia, che è una veranda esterna pertinenza dell’abitazione, per pulirmi. Mia moglie era riversa sul pavimento tra il water e la finestra del bagno. Prima di andare nel locale lavanderia ho messo il coltello sul soppalco del camerino. Sono uscito nel locale lavanderia, mi sono sciacquato mi sono tolto un maglione grigio che avevo addosso poiché era sporco di sangue e l’ho lasciato nella lavanderia". Poi Baglione ha preparato la valigia per costituirsi e si è presentato ai carabinieri della stazione Uditore. Sapeva già che sarebbe finito in carcere.

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