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A 82 anni in ospedale per il Covid gli rubano le fedi: denuncia a Palermo

A 82 anni lotta contro il coronavirus immobile in un letto di ospedale e gli rubano le fedi nuziali. Lo denunciano i familiari di un pensionato ricoverato al Civico di Palermo. A raccontare la disavventura è uno dei due figli del malcapitato, un quarantanovenne agente di polizia municipale anch'egli alle prese con il covid-19 che si trova in isolamento a casa con la madre. La famiglia ha denunciato l'episodio ai carabinieri.

"È successo tutto mercoledì mattina - racconta il figlio dell'anziano - quando ricevo una telefonata da mio padre. Mi racconta con un filo di voce che poco prima era entrata nella sua stanza una donna, individuata come personale non sanitario, e con la scusa di pulirgli la mano gli ha sfilato dal dito due fedi che portava sempre con sé: una del giorno delle nozze, l'altra dei 25 anni di matrimonio. Con lucidità mi riferisce di essere stato colto alla sprovvista e di non avere potuto chiedere subito aiuto, immobile com'è sul letto con la maschera dell'ossigeno fissa sul viso per via di difficoltà respiratorie causate dalle complicanze del covid, che gravano su un fisico già debilitato per una patologia pregressa".

L'uomo, un ex dipendente dei Cantieri navali, era risultato positivo al coronavirus il 2 gennaio. Prima di essere ricoverato all'ospedale Civico era stato qualche giorno al Cervello, dov'era arrivato con un'ambulanza del 118.

"Un ospedale è luogo di fiducia, assistenza, protezione - commenta ancora il figlio - dispiace l'avere dovuto constatare sulla nostra pelle che vi si possano annidare anche sciacalli che non esitano ad approfittare delle condizioni di salute critiche di un anziano inerme per derubarlo. Vigliacchi. Quello che è successo è molto grave perché potrebbe essere un fattore di demoralizzazione per una persona già fragile che si sta difendendo con fatica dall'attacco del virus. Tengo a precisare, però, che l'accaduto non deve screditare una struttura ospedaliera efficiente dove medici e infermieri lavorano giorno e notte in prima linea e senza risparmio di energie. A loro va tutta la mia gratitudine. Resta però l'amarezza per un episodio che aggrava una situazione già di per se terribile, perché i familiari dei malati di covid-19 non possono neanche seguire i loro cari nel momento in cui entrano in ospedale. Non so se sarà possibile recuperare quello che è stato rubato a mio padre - conclude il figlio - spero però che il responsabile del gesto venga assicurato alla giustizia".

Dalla direzione sanitaria dell'ospedale, contattata telefonicamente, al momento nessuna dichiarazione.

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