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Epifania, a Palermo messa in Cattedrale in 14 lingue

L'arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice

Saranno 14 le lingue che verranno usate per la celebrazione dell’Epifania che l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, presiederà domani in Cattedrale. Lo rende noto la Fondazione Migrantes che invita dalle ore 10 tutti i popoli alla messa per «manifestare la volontà di voler vivere in armonia nel medesimo territorio, accogliendo la Pace».

A Palermo convivono comunità cristiane ghanesi, filippine, nigeriane, tamil, cingalesi, mauriziane, polacche e sono diverse le celebrazioni organizzate per loro. Ogni domenica, una celebrazione interculturale si svolge alle 11 nella Chiesa Madonna dei Miracoli.

Dai dati ufficiali gli stranieri residenti a Palermo, al 31 dicembre 2019 erano 25.075 pari al 3,8% della popolazione residente, riferisce Migrantes. Circa un terzo sono cristiani: cattolici, ortodossi e di diverse denominazioni evangeliche e protestanti.

Ancora oggi migliaia di esseri umani sono costretti a fuggire dalla loro patria, dai Paesi asiatici, africani e dell’America latina a causa di piccole e grandi guerre, a causa delle discriminazioni economiche e degli effetti devastanti del clima. Nel 2019 è stato registrato un numero record di 79,5 milioni di rifugiati, pari all’1% della popolazione mondiale, 10 milioni in più rispetto all’anno precedente. «Tutti come Gesù Cristo, costretti a fuggire per vivere una vita migliore», sottolinea Migrantes Palermo.

«Interessarci dei migranti è interessarci di noi stessi perchè viviamo tutti sulla medesima terra e siamo parte della medesima 'famiglia umanà».

La presenza dei migranti e dei rifugiati è «un invito a recuperare alcune dimensioni essenziali della nostra esistenza cristiana e della nostra umanità senza contrapporre i migranti agli italiani. Non è in gioco solo la causa dei migranti - continua -; non è solo di loro che si tratta, ma di tutti noi, del presente e del futuro della famiglia umana. Anche attraverso i migranti il Signore ci invita a riscoprire e riappropriarci della nostra vita cristiana ed a contribuire, ciascuno secondo la propria vocazione, alla costruzione di un mondo sempre più rispondente al progetto di Dio. E’ quanto avviene nel cammino delle comunità cristiane: ghanesi, filippini, nigeriani, tamil, cingalesi, mauriziani, polacchi, etc. che in questo contesto sociale difficilissimo sono testimoni dei valori evangelici».

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