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Le feste di Natale 2020 a Palermo: come fare per asporto e tamponi urgenti, shopping dal 28 dicembre

Si potrà prendere un caffè a Santo Stefano ma soltanto portandoselo a casa; il panettone farcito o la cassata solo se vi sobbarcherete le code per l’asporto. Se per caso avete l’urgenza di fare un tampone, potrete raggiungere la Fiera fino alle 20 (attenzione, mediamente ci sono tre ore di coda), anche se arrivate da un piccolo comune vicino, dove non si sono attrezzati.

Ristoranti, bar e polemiche

I ristoranti piangono lacrime e sangue – solo delivery e asporto nei giorni rossi e in quelli arancione, praticamente sempre – visto che il Decreto ha cancellato pranzi di Natale e cenoni di Capodanno; bar e pasticcerie lavoreranno, ma con le stesse formule. Aperti i fiorai, le edicole, le tabaccherie, i negozi di articoli per bambini e per lo sport. E ovviamente, fioccano le polemiche, prima di tutte la Fipe – l’associazione dei pubblici esercizi (bar, ristoranti, pub, pizzerie, catering e discoteche) – i cui iscritti hanno deciso di appendere un cartello con su scritto "Basta" in vetrina e all’esterno dei locali. Il riferimento è contro "un Governo che apre e chiude le aziende come interruttori e si prende il diritto di vietare il lavoro delle imprese, senza trovare una strada per tutelarle. I gestori sono esausti e increduli. Chiusi, aperti con precauzioni, aperti a metà, poi a tratti, minacce di chiudere, promesse di aprire, chiusi a singhiozzo, infine, costretti all’offensivo gioco dell’oca delle festività".

E ogni esercente si è seduto a tavolino per decidere cosa fare: bar e pasticcerie più importanti non hanno avuto dubbi, si lavora con l’asporto e soprattutto con il delivery; e così anche ristoranti blasonati e trattorie di quartiere, e persino gli agriturismi: ognuno ha ideato il suo pranzo di Natale/cenone di capodanno che arriva direttamente a casa. La Braciera, per esempio, ha addirittura preparato le teglie di pizza e sfincione per la vigilia e l’attesa di mezzanotte, altri locali stanno preparando le offerte speciali con un occhio di riguardo per i bambini: qualcuno ti dice sottovoce che arrivano anche grossi ordini, ma nessuno andrà mai a bussare alle porte degli appartamenti, Giuseppe Conte lo ha promesso. I piccoli bar di quartiere, invece, riaprono il 7 gennaio: meglio serrare le porte, non conviene restare aperti per poche colazioni, «visto che in ogni caso i dolci si trovano nelle vetrine delle pasticcerie e addirittura dei panifici», come spiega Gaetano Speciale che gestisce un bar in via Lancia di Brolo.

Le regole per lo shopping

Per quanto riguarda lo shopping, sarà consentito – tranne le poche categorie che resteranno aperte – solo da lunedì 28 a mercoledì 30 e poi dal 2 al 5 gennaio, ma non i centri commerciali che invece richiuderanno i battenti nei weekend e inizieranno i saldi molto in ritardo. "Non si può fare nulla, però si può comprare un tappetino da yoga o giocattolo per i bambini. Ma che senso ha? E come faremo a cambiare un vestito o un regalo sbagliato?" se lo chiede Maria che ieri era in centro per gli ultimi acquisti e che guarda stupefatta la mail di un noto negozio come Tecnica sport che sbandiera l’apertura.

La gente è stanca, lo si capisce ovunque, non si comprendono le linee guida. I fiorai si stanno invece preparando, Giacomo Bonomo annuncia sui social che la sua ditta sarà addirittura aperta vigilia, Natale e santo Stefano. «Meglio lavorare, poi chissà» taglia corto. Anche Feltrinelli è pronta ad accogliere il suo pubblico, e così anche tutte le edicole: oggi sarà aperta regolarmente e domenica si prepara a tutti i cambi dei libri regalati e non graditi. Nella categoria lavoro lavoro lavoro, rientrano i rider: le due piattaforme locali SocialFood e FoddApp si preparano ai giorni rossi ma li soppesano al contrario, chiamando a raccolta il plotone tutti coloro che consegnano ogni genere di vettovaglie – i numeri crescono ogni giorno, mediamente tra 90 e 150 rider saranno in campo per ciascuna - , alzando di fatto le barricate contro i colossi Glovo e JustEat.

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