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Morto al pronto soccorso a Palermo, Ruvolo annuncia interrogazione all'Ars

"Quanto successo al settantasettenne di Monreale, morto al pronto soccorso dell’ospedale Ingrassia di Palermo mentre era in attesa di un posto in sala operatoria, è un fatto molto grave su cui vorrò andare fino in fondo". Così il presidente della sesta commissione Salute all’Ars, Margherita La Rocca Ruvolo, che sta preparando un’interrogazione all’assessore Ruggero Razza su quanto successo tra sabato nel nosocomio palermitano.

"Voglio sapere il nome e il cognome delle persone che si trovavano nelle sale operatorie dell’Ismett, del Policlinico di Palermo, di Villa Maria Eleonora, degli ospedali di Catania dove ci sono le cardiochirurgie. Voglio sapere perché non è stato trovato un posto".

"Nei giorni scorsi - aggiunge - quando come commissione abbiamo fatto un giro per gli ospedali palermitani, ho chiesto come venivano garantiti gli interventi no Covid, non mi è stata manifestata nessuna criticità al Policlinico di Palermo, dove è stata trovata una soluzione. Il direttore sanitario dell’Ismett in quell'occasione mi ha detto che loro proseguono regolarmente tutte le attività compresi i trapianti. Ora non capisco come i medici dell’Ingrassia non abbiano trovato un posto per operare l’uomo di Monreale. Sono molto indignata".

"Siamo addolorati e vicini alla famiglia del paziente giunto all’osservazione dell’ospedale Ingrassia di cui riferisce la stampa e che necessitava di un intervento di cardiochirurgia urgente. L’Istituto è stato allertato mentre tutti i team di Cardiochirurgia della struttura erano impegnati in delicati interventi su pazienti sia Covid che non. In particolare dei tre team operativi, uno era impegnato presso la sala operatoria dell’istituto per un bypass aorto-coronarico; il secondo e il terzo si trovavano rispettivamente presso Arnas Civico di Palermo e l’Ospedale Cannizzaro di Catania per sottoporre ad Ecmo (un sistema di circolazione extracorporea che sostituisce la funzione polmonare danneggiata) due pazienti in gravi condizioni da stabilizzare e poi trasferire presso la nostra struttura". E’ quanto si legge in una nota dell’Ismett

"Il posizionamento dell’Ecmo - aggiunge l’Ismett - richiede l'intervento di un team altamente specializzato di medici e tecnici di circolazione extracorporea. Si tratta di un intervento altamente complesso, in particolare quando deve
essere eseguito presso un altro ospedale a cui segue il trasporto del paziente, in circolazione extracorporea, in
ambulanza o elicottero. Si precisa che, benché Ismett stia dando un contributo determinante nella gestione dei casi più gravi dei pazienti affetti da Covid-19, l’Istituto non ha mai smesso di farsi carico dei trapianti e delle terapie ad alta specializzazione. Al momento, sono 24 i pazienti ricoverati presso il reparto di Terapia intensiva Covid di Ismett, di cui 13 sottoposti ad Ecmo; 8 pazienti hanno un’età inferiore ai 50 anni".

"Quest’anno, nonostante l’emergenza legata alla pandemia da Sars Cov-19, saranno 160 i trapianti d’organo eseguiti, di cui 26 da vivente e 14 eseguiti a novembre, di cui ben 5 da vivente. L'ultimo trapianto - spiega l’Ismett - è stato eseguito nella notte fra il 3 ed il 4 dicembre. Siamo, come sempre, disponibili a fornire tutta la documentazione necessaria alle autorità competenti".

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