Il Cavù è costretto a chiudere. Lo storico pub di piazza Rivoluzione a Palermo abbassa definitivamente la sua saracinesca dopo 12 anni di attività.
Lo annunciano i titolari con un videomessaggio pubblicato su Facebook. Pagine che scorrono e raccontano le motivazioni della scelta e gli anni passati in compagnia dei loro fedeli clienti.
Una decisione sofferta e raggiunta, raccontano i titolari, dopo "non essere riusciti a trovare un nuovo accordo contrattuale". Un affitto scaduto e adesso diventato insostenibile a causa degli incassi al ribasso, causati dalla chiusura prolungata durante il lockdown e le misure di contenimento del coronavirus.
I titolari ripercorrono con nostalgia gli anni passati a piazza Rivoluzione, "un gioiello abbandonato" lo definiscono. "Era il 2008 quando per la prima volta si è andati in scena - scrivono -, fino a un'ora prima non eravamo pronti, ancora a passare vernici o a impostare bottiglie. E' stata dura, una scommessa piena di dubbi, fatiche e notti insonni per cercare di capire come far quadrare i conti, molte critiche. Dicevano: 'Ma cosa aprite qui, in un quartiere così degradato, in una piazza con le puttane di notte e un pèarcheggio abusivo fino la quinta fila di giorno...'. Abbiamo tolto spazzatura, erbacce alte fino a un metro tra le balate e poi infine, dopo una lotta, anche le auto. Abbiamo portato il Cavù a essere uno dei locali più conosciuti e frequentati di tutta la città".
Ma domenica 27 sarà il loro ultimo giorno, "si spegneranno per sempre le luci del Cavù - scrivono nel loro videomessaggio -. Abbassiamo il sipario, ma non ci arrendiamo. Io non mi arrendo mai. Sono trascorsi 12 lunghi anni, è scaduto il nostro contratto di locazione e non siamo riusciti a trovare un nuovo accordo contrattuale con la proprietà".
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