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La Sicilia devastata dagli incendi da San Vito a Messina, 400 persone sfollate ad Altofonte

Altofonte circondata dalla fiamme, i cittadini terrorizzati in piazza

Ore di paura e fiamme in Sicilia. Fuoco da San Vito lo Capo a Messina, un vero e proprio inferno. Terrore ad Altofonte dove ieri, intorno alle 22, si è sviluppato un incendio nel bosco di Moarda, in cinque punti distinti allo stesso orario. Le fiamme sono state alimentate dal vento di scirocco e nella zona è stato l'inferno. Stamattina l'incendio è sotto controllo con i canadair e gli elicotteri della forestale che sorvolano la zona con il compito di spegnere completamente le fiamme.

Il sindaco, ieri, intorno a mezzanotte, su Facebook, vista la gravità dell'evento, ha invitato la popolazione residente sulla collina interessata dalle fiamme ad abbandonare le proprie abitazioni mentre vigili del fuoco e protezione civile, per tutta la notte, hanno tentato di domare i roghi: sul posto 50 vigili del fuoco con 12 mezzi pesanti e 8 moduli boschivi Aib oltre a 50 volontari della protezione civile con 10 moduli Aib.

Sono state inviate a supporto anche 2 squadre provenienti dai Comandi Enna e Caltanissetta allertate dalla direzione regionale vigili del fuoco di Sicilia. Presenti anche 3 ambulanze per garantire la dove necessario il soccorso sanitario.

Alcune abitazioni nella zona periferica, proprio sotto il colle, sono state lambite dalle fiamme e circa 400 persone sono state fatte evacuare e hanno trascorso la notte nelle strutture attrezzate dalla protezione civile al campo sportivo Don Pino Puglisi. Sono potuti rientrare solo in tarda mattinata.

Da una prima stima, sembra che i danni alle strade, alle proprietà private e alla vegetazione, ammonterebbero già a diverse decine di migliaia di euro; un'auto è stata distrutta dalle fiamme ma fortunatamente nessun ferito.

Adesso partiranno le indagini per trovare i piromani che hanno incendiato al collina sopra Altofonte. A causa del rogo, tutta l’acqua destinata alle abitazioni di via Mohardella, Torrettella, Buttafuoco, Poggio San Francesco e Valle Malva è stata deviata e destinata a rifornire i mezzi antincendio. Il sindaco ha anche avvisato che fino alla conclusione dell’emergenza non verrà garantita l’erogazione dell’acqua nelle case.

Solidarietà alla popolazione di Altofonte è giunta dall’arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi: "È colpa della cattiveria umana di qualche folle bruciare un patrimonio naturalistico e pensare stupidamente di distruggere 'la casa comune', che Dio ci ha comandato di custodire e curare - ha detto -. Appiccare volontariamente un incendio, oltre che un delitto per la legge dell’uomo, è anche un grave peccato contro Dio e la sua creazione".

"È stata una notte difficile. Ho convocato il governo della Regione per una riunione urgente". A scriverlo sulla sua pagina Facebook il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci. "I criminali che hanno appiccato il fuoco ad Altofonte, in sei punti diversi e a favore del vento, hanno compiuto un atto violento che sta pagando una intera popolazione - sottolinea -. Per tutta la notte oltre 150 uomini dei vigili del fuoco, della protezione civile e del corpo forestale hanno lavorato e continuano a lavorare senza tregua. Tutta la mia gratitudine".

Le fiamme dell’incendio nel Trapanese, partite da Macari, hanno superato la montagna e sono arrivate prima alla Tonnara di San Vito Lo Capo, sulla costa, e poi si sono estese alla vicina riserva naturale dello Zingaro, che già nel 2012 era stata distrutta dalle fiamme. L’unica area che si è salvata, dicono gli uomini impegnati a fronteggiare il rogo, è la prima caletta della riserva, la «Tonnarella del Luzzo». Lo Zingaro è uno dei luoghi naturalistici più frequentati dalla Sicilia ed è stata la prima riserva naturale istituita nell’isola quarant'anni fa. Le fiamme hanno raggiunto anche il Centro visitatori dello Zingaro, dove i Canadair stanno effettuando lanci d’acqua per limitare i danni. Non si sa ancora se il fuoco abbia interessato il residence di Calampiso, dove non ci sono persone: la struttura, infatti, quest’anno è rimasta chiusa.

Un incendio, cominciato ieri sera e spento intorno alle 4 di stamane, si è verificato sulle colline di Messina. «E' stata una notte di paura, per un rogo sicuramente doloso, opera di piromani, in contrada Musarra Alto, nel villaggio di San Saba. Lambite le abitazioni, spero che la procura apra un fascicolo sulla vicenda», dice il consigliere della Sesta circoscrizione, Mario Biancuzzo. Le fiamme, alimentate dalle forti raffiche di vento da sud, hanno distrutto la vegetazione e hanno raggiunto le case abitate. Grazie al lavoro di vigili del fuoco e volontari, i danni sono stati limitati. Alcune case sono state abbandonate per precauzione.

Il gruppo parlamentare di Attiva Sicilia rilancia la necessità di iniziative legislative speciali per fronteggiare l'emergenza incendi.
"Gli incendi della giornata di ieri, diffusi in varie parti della Sicilia, confermano che l'idea criminale di bruciare i boschi non conosce confini. E di fronte alla strategia della distruzione bisogna reagire in maniera decisa e in fretta. Ecco perché chiederemo al presidente Miccichè di snellire i tempi e le procedure affinché transiti in aula il nostro disegno di legge sulla confisca dei beni per chi provoca incendi boschivi e l'utilizzo di mezzi di sorveglianza militari per l'individuazione dei colpevoli". L'iniziativa che porta la firma di Valentina Palmeri è condivisa anche da Angela Foti (vice presidente dell'Ars), Matteo Mangiacavallo, Elena Pagana e Sergio Tancredi. Il contenuto del disegno di legge voto sarà presentato all'Assemblea Siciliana per l'approvazione e la successiva presentazione al Parlamento della Repubblica utilizzando le prerogative concesse dall'articolo 18 dello Statuto Siciliano.

"Dobbiamo con ogni mezzo legislativo bloccare questo scempio del fuoco che divora il nostro patrimonio verde - sottolineano i deputati di Attiva Sicilia -. Il danno, anche quest'anno è incalcolabile, basti pensare ai roghi di Monte Cofano e di Montagna Grande e a quelli recenti di Altofonte e di San Vito Lo Capo, Macari e della Riserva dello Zingaro. Adesso bisogna dire basta, ogni ulteriore ritardo non potrà che essere interpretato come segno di complicità verso quei fuorilegge che attentano al patrimonio verde della Sicilia".

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