Si continua ad indagare sulle cause che, tra il 12 e il 13 maggio, avrebbero provocato l'affondamento del peschereccio "Nuova Iside" al largo della costa palermitana. Il 3 e il 4 settembre il consulente nominato dalla procura di Palermo, Giorgio Barbagelata, eseguirà una perizia sulla petroliera Vulcanello per verificare se sull'imbarcazione sono presenti segni riconducibili a una collisione.
Sul peschereccio si trovavano Matteo Lo Iacono, 53 anni, il figlio Vito di 27 anni e il cugino Giuseppe Lo Iacono. I cadaveri di Matteo e Giuseppe sono stati recuperati pochi giorni dopo l’incidente, mentre Vito risulta ancora disperso.
Secondo quanto sostenuto dai magistrati potrebbe essere stata la petroliera a causare il tragico incidente. «La procura ha accertato che la Vulcanello è stata riverniciata dopo il probabile impatto - spiega l’avvocato della famiglia Lo Iacono Aldo Ruffino - ora tocca al consulente capire cosa nasconde la sovrapittura che interessa l’opera morta dello scafo. Fra l’altro - aggiunge Ruffino - l’intervento di manutenzione non è stato dichiarato, come invece di norma avviene».
Il legale spiega quindi che «la scatola nera ha confermato che le due imbarcazioni sarebbero venute a contatto alle 23.02, con più collisioni registrate in pochi secondi».In questo momento la Vulcanello si trova sotto sequestro, ormeggiata al porto di Augusta. La procura ha iscritto nel registro degli indagati il comandante della petroliera, i due ufficiali di plancia e l’armatore. Le accuse, a vario titolo, sono omicidio colposo, naufragio, omesso soccorso e frode processuale.
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