L'omicidio di Ruxandra Vesco si tinge ora di giallo. Damiano Torrente, il pescatore dell'Acquasanta che ieri si è presentato ai carabinieri confessando di averla uccisa 5 anni fa, adesso ritratta. E dice di non essere stato lui l'autore del delitto e che la sua confessione non era vera ma pronunciata sotto l'effetto della droga.
In 24 ore, dunque, è cambiata la sua versione, un colpo di scena raccontato dall'avvocato Alessandro Musso che lo difende. L'uomo ieri si era presentato alla stazione Falde dei carabinieri accusandosi dell’omicidio della sua amante romena, scomparsa nel 2015, e facendo anche ritrovare i suoi resti in un sacco nero in un dirupo a Monte Pellegrino.
Torrente aveva giustificato la sua confessione dicendo di essere stato spinto dal rimorso, un pentimento confermato anche dal prete che ha raccolto, in confessionale, il suo racconto e che lo ha spinto a confessare l'omicidio alle forze dell'ordine. Ora però la nuova versione, che avrebbe reso al procuratore aggiunto Ennio Petrigni e al sostituto Felice De Benedittis che lo avevano convocato per interrogarlo.
Nella sua confessione, del resto, erano già presenti alcune incongruenze. L'uomo infatti ha detto di essere sposato, di aver portato la vittima nella sua casa all'Addaura, di aver caricato il corpo sulla sua Punto bianca. Tutte informazioni che non avrebbero avuto riscontro. Ad alimentare i dubbi anche un precedente: un anno fa si sarebbe presentato alla squadra mobile confessando, anche in questo caso una serie di delitti, che però non hanno trovato conferma.
A questo punto, per avere maggiore chiarezza, bisognerà accertare se le ossa ritrovate nel sacco nero appartengano davvero a Ruxandra Vesco. Dunque sarà necessario attendete l'esito dell’autopsia. Al momento comunque il pescatore resta in stato di fermo.
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