In stato di fermo da ieri un uomo di 46 anni di Palermo, Damiano Torrente, dopo che si è presentato ai carabinieri della stazione Falde, per confessare l’omicidio di una rumena di 38 anni, Ruxandra Vesco, per motivi passionali.
I resti della ragazza sono stati trovati in un dirupo sul Monte Pellegrino dai vigili del fuoco, che sono intervenuti assieme ai carabinieri della compagnia di San Lorenzo e del Ris, coordinati dal pm Felice De Benedittis.
Torrente, che ha un precedente per stalking ed era stato rimesso in libertà nel periodo del Covid, avrebbe assassinato la ragazza nel 2015. In quell'anno, infatti, era stata presentata una denuncia di scomparsa. Il corpo della donna era stato messo dentro un sacco e gettato nel dirupo dov' è stato trovato dai pompieri. Sul luogo del ritrovamento sono arrivati anche i Ris.
LA CONFESSIONE. Torrente si è presentato ai carabinieri della stazione Falde e ha raccontato di avere ucciso la donna nel 2015 e di essersi pentito. "Mi sono redento e voglio confessare il delitto" ha raccontato ai militari l'uomo che vive nella zona del quartiere Montepellegrino. Così ieri ha indicato il luogo dove è stato trovato il sacco con i resti della donna.
La confessione di Torrente mostra uno spaccato di degrado a Palermo tra prostituzione, usura, droga. Torrente confessa di aver garantito un prestito di 2000 euro fatto alla vittima da un suo conoscente (che ritiene pericoloso e di cui non indica le generalità) e che fino alla restituzione della somma Ruxandra doveva dare un interesse settimanale di 50 euro. Per questo la donna si prostituiva con la sua protezione. L'uomo, (sposato con un'altra romena) ha confessato di usare cocaina (fa anche il nome di chi gliela forniva) così come Ruxandra e di gestire un giro di prostituzione nelle strade adiacenti al porto di Palermo.
L'indagato dice di aver ucciso la donna, il 13 ottobre 2015, perchè "non solo lei voleva trasferirsi a casa mia ma minacciava di denunciarmi dicendo che io facevo il magnaccia".
Dice di aver conosciuto la donna nell'estate 2015 all'Addaura. "Era una senza tetto - spiega - perchè il marito con cui viveva ad Alcamo insieme ai figli, l'aveva buttata fuori casa. Tra noi è nata una relazione sentimentale e sessuale". Quando Torrente conobbe la vittima la moglie era in Romania e lui racconta di aver ospitato Ruxandra nella sua villetta all'Addaura. Quando la moglie è tornata lui ha portato l'amante nell'hotel san Paolo pagando il soggiorno. Su Facebook è stata creata la pagina "Truffatrice ad Alcamo" in cui Ruxandra viene accusata di essere un truffatrice seriale e di aver preso soldi anche ad anziani e a persone che non navigavano nell'oro promettendo posti di lavoro.
Una donna scrive: "Più di 10 famiglie alcamesi truffate, con importi minimi di 3.000 euro a un max di 80.000 costringendo gente umile e onesta che lavora con guadagni minimi o addirittura disoccupati a vendersi oro, terre, per far sistemare i propri figli, con false promesse di lavoro, continue bugie, con falso nome, falsa professione, falsi nomi di persone del parlamento, protetta dalla propria famiglia gira tranquilla per le vie della città come se nulla fosse, quindi per evitare che altre persone vengano truffate fermiamola ...".
IL LEGALE. "È stata una scelta maturata e arrivata dopo un percorso di conversione", dice l'avvocato Alessandro Musso che assiste Damiano Torrente. "È una vicenda che ha scosso tutti. Ancora ci sono diversi aspetti da chiarire e verificare - aggiunge - Il mio assistito era uscito dal carcere a marzo. Era accusato di stalking. Poi un periodo ai domiciliari e il costante avvicinamento alla fede lo hanno portato alla decisione di confessare il delitto". Una confessione sofferta raccolta in un lungo interrogatorio terminato la scorsa notte alle 3. Damiano Torrente fa il pescatore e avrebbe ucciso Ruxandra Vesco per motivi passionali. Ma su questo ancora restano dubbi e aspetti da chiarire, come spiegano gli investigatori.
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